Il tribunale concede a Riina junior di incontrare suo papà

Il giudice di sorveglianza aveva detto no
Giuseppe Salvatore Riina
Giuseppe Salvatore Riina

PADOVA. Voleva incontrare il padre Toto' Riina, il boss sanguinario e indiscusso di cosa nostra fino al giorno dell'arresto il 13 gennaio 1993. E lo farà. Il tribunale di Sorveglianza di Venezia (sezione staccata di Padova, presidente Giovanni Maria Pavarin) ha accolto il reclamo proposto dal figlio Giuseppe Salvatore Riina (tutelato dall'avvocato vicentino Francesca Casarotto).

Figlio che aveva impugnato il provvedimento di diniego agli incontri con il papà firmato dal giudice di Sorveglianza. Il motivo? Una relazione delle forze di polizia secondo la quale Riina Junior (alle spalle 9 anni di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso e, oggi, una misura di sicurezza che lo obbliga a vivere e a fare volontariato a Padova fino al prossimo dicembre) sarebbe il contatto tra il vecchio capomafia e le "famiglie" del territorio di Corleone.

Ma Riina junior aveva rilevato come la mamma, le sorelle e un fratello detenuto sono autorizzati ai colloqui con il padre, ammalato di Parkinson, con problemi cardiaci e colpito da un' ischemia cerebrale tanto da avere una limitata capacità di parola, attualmente detenuto nell'ala ospedaliera del carcere di Parma.

Il tribunale di Sorveglianza ha accertato il regime di applicazione del 41 bis nei confronti di Totò U'Curtu per verificare eventuali prescrizioni e limitazioni. Limitazioni che non esistono almeno per i contatti con i familiari. 

Quindi il via libera al figlio: Salvatore jr e Totò, mandante della strage di Capaci e pluriomicida, potranno riabbracciarsi. 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova