Il Veneto dei romani riportato in vita nel museo interattivo

Le fondamenta di una basilica paleocristiana succeduta a quelle di una villa romana
Le fondamenta di una basilica paleocristiana succeduta a quelle di una villa romana
Il fascino dell'archeologia, le vestigia del passato romano ed alto medievale del Veneto Orientale, spiegate con le suggestioni delle moderne tecnologie. Ovvero pavimenti, muri e tavoli interattivi che, interagendo con i movimenti della persona, consentiranno di «visitare» virtualmente musei ed aree archeologiche del territorio, da Altino a Concordia ad Adria. Il tutto con l'obiettivo di catturare la curiosità di un target di potenziali visitatori finora poco interessato ai musei: coloro che frequentano abitualmente i grandi centri commerciali. E' la scommessa su cui punta il nuovo «Museo archeologico multimediale» che è stato inaugurato ieri mattina all'interno del Veneto Designer Outlet di Noventa di Piave, la cittadella della moda gestita dalla multinazionale McArthurGlen. Un bacino di 3 milioni di turisti dello shopping ogni anno (il 50% stranieri), che ora potranno conoscere anche i segreti del passato storico del territorio. L' iniziativa è frutto di una collaborazione tra la Soprintendenza Archeologica per il Veneto, l' associazione «Noventa Arte e Storia», il Comune e la McArthurGlen. Oltre all'esposizione multimediale, il progetto ha consentito di finanziare, sempre a Noventa, una nuova tranche di scavi nel complesso archeologico di San Mauro, a ridosso del Piave, già indagato una prima volta dall'archeologo Michele Tombolani tra il 1979 e il 1981. Iniziata lo scorso aprile - sotto l'egida dell' archeologo Vincenzo Gobbo e degli ispettori della Soprintendenza, Francesco Cozza e Alessandro Asta - la nuova campagna di scavi ha permesso di riportare alla luce un sito con più stratificazioni dove, dal I secolo A.C. all'epoca moderna, si sarebbero succedute una grande villa rustica romana, una basilica paleocristiana del I secolo D.C e almeno altri quattro edifici religiosi. «Un complesso archeologico eccezionale, bello e nello stesso tempo così complesso» lo definisce Gobbo. L' insediamento originario risalirebbe alla prima metà del I secolo A.C. Si tratta di un'ala residenziale di una grande villa rustica romana, i cui pregevoli ornamenti fanno pensare possa essere appartenuta a qualche patrizio opitergino. Distrutta probabilmente da un incendio, la villa fu sostituita da un nuovo edificio che il Tombolani aveva ipotizzato essere una seconda villa padronale del IV secolo D.C. I nuovi studi, invece, hanno convinto Gobbo e il suo pool di esperti di essere di fronte ad un primo complesso sacro paleocristiano, databile agli inizi del V secolo D.C. Ipotesi basata sulla straordinaria somiglianza tra un grande mosaico campito da ottagoni qui rinvenuto e quello che pavimenta la Basilica Apostolorum di Concordia Sagittaria. E' probabile che i due mosaici siano stati realizzati dalle stesse maestranze. La nuova campagna di scavi ha permesso di appurare inoltre che nel sito furono costruiti, durante il Medioevo, almeno altri tre edifici sacri, sostituiti in epoca tardo medioevale da una quarta chiesa più grande, a pianta rettangolare, che inglobò lo spazio occupato dai precedenti.

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