Il vescovo di Padova a Merlara ricorda ognuno dei 34 nonni vittime del virus

I loro nomi sono risuonati durante la messa celebrata da Cipolla nella piccola chiesa. Il messaggio del presule ai tanti familiari presenti: «Vivere con più gioia il dono della vita». Poi la visita in casa di riposo
Merlara (PD), 07 giugno 2020. Il vescovo di Padova Claudio Cipolla celebra Messa a Merlara. Nella foto: il Vescovo Claudio Cipolla
Merlara (PD), 07 giugno 2020. Il vescovo di Padova Claudio Cipolla celebra Messa a Merlara. Nella foto: il Vescovo Claudio Cipolla

MERLARA. «Dobbiamo sfidare la morte e cantare il nostro “alleluia”»: è questo il messaggio di speranza e di fede che il vescovo Claudio Cipolla ha lasciato ieri alla comunità di Merlara e Minotte. Il vescovo di Padova ha celebrato una messa nel piccolo Comune della Sculdascia, pensata in particolare per tutte quelle famiglie che hanno perso un anziano nella casa di riposo del paese.

La “Pietro e Santa Scarmignan”, dal 14 marzo ad oggi, ha infatti visto decimare il numero degli ospiti per colpa del Covid-19: ben 34 anziani sono mancati in poco meno di tre mesi, quasi tutti (31) dopo aver contratto il virus. La messa, che si è tenuta in chiesa parrocchiale, è stata celebrata appunto dal vescovo Cipolla, invitato dal parroco don Lorenzo Trevisan, e ha visto la partecipazione anche del prefetto di Padova Renato Franceschelli.

I “NONNI” DI MERLARA

Accanto all’altare un grande cartellone ha raccolto i volti di tutti e 34 gli anziani morti in questi mesi nella “Scarmignan”. «Vivono nel Signore risorto», è il messaggio che campeggia sopra le immagini di questi “nonni”. «Ci fa bene vivere il vero significato di consolazione» ha esordito don Lorenzo a inizio messa. «Il vescovo Claudio, oggi, è qui con noi proprio per portarci la consolazione. Ci stringiamo attorno a Cristo per ricordare i 34 “nonni” che la comunità ha perso. Li abbiamo conosciuti ad uno ad uno, abbiamo pregato più volte con loro, ci siamo divertiti nei momenti di festa in casa di riposo».

Merlara (PD), 07 giugno 2020. Il vescovo di Padova Claudio Cipolla celebra Messa a Merlara. Nella foto: interno della chiesa di Merlara gremito
Merlara (PD), 07 giugno 2020. Il vescovo di Padova Claudio Cipolla celebra Messa a Merlara. Nella foto: interno della chiesa di Merlara gremito


Il parroco ha ricordato tutte le famiglie che non hanno potuto salutare per un’ultima volta il loro caro, ma anche medici, infermieri, operatori sanitari e istituzioni «che hanno combattuto per settimane contro questo killer invisibile».

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO

«La certezza è che non consegniamo questi anziani alla morte, ma al Signore, che è dominatore della morte» sono state invece le parole del vescovo di Padova. «So che venendo qui avrei dovuto rispondere a domande molto impegnative, come ad esempio: “Come mai Dio si è dimenticato di noi? ”. È giusto farsi domande ora, perché è oggi che tutti i cristiani devono dare ragione alla loro speranza».

Cipolla ha incentrato l’omelia sui concetti di «amore per la vita e credo in Dio. L’uomo da sempre è affascinato dalla nascita di una vita, perché ha profondo rispetto di questo bene prezioso. La vita risalta come dono anche nella morte e nella malattia» ha spiegato il vescovo «Dobbiamo credere in Dio e dobbiamo credere che non affidiamo alla morte i nostri cari, ma nelle mani del nostro Signore».

Da qui la considerazione finale: «Dopo quanto ci è accaduto, dobbiamo vivere con più gioia il dono della vita che abbiamo ricevuto. Dobbiamo credere di più nell’intelligenza che Dio ci ha dato per servire la vita. Dobbiamo essere riconoscenti per chi impegna vita e intelligenza nella ricerca. La fede sollecita la nostra intelligenza».

Proprio lo stretto connubio tra fede e scienza, e il forte tributo a questa seconda, è uno dei temi che il vescovo ha spesso toccato in questi ultimi tempi, in particolare nella messa celebrata al Covid Hospital di Schiavonia in piena pandemia.

Merlara (PD), 07 giugno 2020. Il vescovo di Padova Claudio Cipolla celebra Messa a Merlara. Nella foto: il cartellone dedicato adi defunto della casa di riposo di Merlara
Merlara (PD), 07 giugno 2020. Il vescovo di Padova Claudio Cipolla celebra Messa a Merlara. Nella foto: il cartellone dedicato adi defunto della casa di riposo di Merlara


IL RICORDO DI OGNI NOME

Nel corso della celebrazione i nomi degli anziani mancati durante l’emergenza sanitaria alla “Scarmignan” sono stati ricordati per nome, uno ad uno. È stato reso onore anche alla memoria a Pietro e Santa Scarmignan, benefattori del paese a cui è stata intitolata la casa di riposo. La chiesa di Merlara ieri mattina era gremita, pur nel rispetto delle restrizioni Covid-19, sia all’interno che nel sagrato.

Erano numerosi i familiari dei 34 anziani mancati in pensionato, alcuni dei quali visibilmente commossi. Erano presenti anche i bambini della parrocchia, che proprio in questo periodo avrebbero dovuto ricevere i sacramenti. La messa è stata trasmessa anche via Facebook, per far sì che alla preghiera potessero unirsi i 39 ospiti oggi ospiti della “Scarmignan”.

Merlara (PD), 07 giugno 2020. Il Prefetto di Padova ed il Vescovo in vista alla Casa di Riposo di Merlara. Nella foto: il sindaco di Merlara Claudia Corradin (al centro) a colloqui con il prefetto di padova Renato Franceschelli (a destra), il vice presidente della provincia di Padova Vincenzo Gottardo (a sinsitra) ed il Vescovo di Padova Claudio Cipolla (all'estrema sinistra)
Merlara (PD), 07 giugno 2020. Il Prefetto di Padova ed il Vescovo in vista alla Casa di Riposo di Merlara. Nella foto: il sindaco di Merlara Claudia Corradin (al centro) a colloqui con il prefetto di padova Renato Franceschelli (a destra), il vice presidente della provincia di Padova Vincenzo Gottardo (a sinsitra) ed il Vescovo di Padova Claudio Cipolla (all'estrema sinistra)


A loro, a fine mattinata, è arrivata anche la visita del vescovo Cipolla. Tutte le autorità, dal vescovo al prefetto, dal parroco al sindaco passando per i rappresentanti dell’Esercito e delle forze dell’ordine si sono radunati davanti alla casa di riposo. Cipolla ha voluto salutare personalmente gli anziani, pur senza oltrepassare la vetrata che divide l’ingresso dall’area in cui vivono gli ospiti.
 

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