«Immagini rubate e fuorionda l’anti-sistema di “Striscia”»
«Il mio tiggì? Da 26 anni un cavallo per saltare il sistema». Qualcuno lo definisce il “grillino” della televisione, il vero rottamatore della comunicazione di massa. È un Antonio Ricci a tutto campo quello intervenuto ieri a Mirano per la consegna del premio “Miranese dell’Anno 2013”, organizzato dall’associazione “Incontri culturali culinari tra regioni” al ristorante 19 al Paradiso di Luneo. Ospite di Vincenzo Fusco, Massimo Zaratin e il fumettista Giorgio Cavazzano, che organizzano il premio, il guru di “Striscia la notizia” parla della sua creatura e di come ha cambiato il modo di fare televisione e informazione. «Mi ero reso conto che giornali, tivù, ma anche agenzie di stampa, sono un imbuto. Leggiamo e vediamo solo quello che passa. Andava resa giustizia al diritto d’informazione, bisognava trovare un modo per saltare il sistema: così abbiamo fatto segnalare alla gente quello che realmente succede intorno. È chiaro che saltando il modo in cui i giornali si approvvigionano di notizie, qualcosa si rompeva. In questi anni abbiamo avuto qualcosa come 250 cause contro. Le abbiamo vinte quasi tutte, l’ultima solo una settimana fa: eravamo stati condannati per un fuorionda, la Corte europea dei diritti dell’uomo ci ha dato ragione. Guarda caso, nessun giornale ne ha parlato».
Già, il fuorionda: se Striscia è il guerriero scagliato contro la comunicazione manipolata, audio e immagini rubate sono la prima arma di lotta. «Ma è naturale che sia così: quei tre secondi ripresi dalla telecamera nascosta prima della messa in onda sono la verità, il “dopo” è quello che vogliono passare». Notizie e veline. Le prime chiacchierate e le seconde mute, come dicono alcuni. Soprattutto alcune. Ma è così? «La storia della velina muta è un falso. Ma cosa vuol dire? Loro sono lì per fare telepromozione e quando lo fanno parlano eccome. Per il resto devono ballare, chiaro che mentre lo fanno non parlano. Non mi ricordo grandi discorsi neppure da Carla Fracci mentre si esibiva. Sono solo preconcetti, ma servono a fare ascolti, per cui ben vengano. Come la polemica per i velini: li ho messi e si è scatenata la bufera perché avevo sostituito le veline, li ho tolti e hanno polemizzato perché son durati poco. In realtà era già tutto deciso. Giovedì magari ce li rimetto e poi li ritolgo di nuovo. Mi vanto di prendere in giro il sistema. Tutto fa polemica e tutto fa ascolti. Guardate Belen: in primavera è stato detto che avrebbe condotto Striscia. Ho smentito io e ha smentito lei, ma per tutta l’estate se ne è continuato a parlare. Perché? Perché giornali e tv volevano la foto di Belen in copertina».
Filippo De Gaspari
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