Impianto Q8 dissequestrato ma la Russoil non lo gestirà
Il Tribunale di Padova ha rigettato la richiesta di riesame avanzata da Enrica Cera e Paquale Russo, titolari della Russoil che gestiva l’area di servizio Q8 di corso Primo maggio (in foto). Martedì l’impianto sarà dissequestrato ma verrà restituito direttamente alla Kuwait Petroleum, che ha già comunicato all’autorità giudiziaria la risoluzione del contratto con la società in questione.
Sono gli strascichi giudiziari dell’inchiesta portata a termine dalla guardia di finanza di Padova. Gli uomini del capitano Luca Gelormino hanno setacciato centinaia di impianti tra città e provincia. Il caso più eclatante però ha riguardato la società Russoil Sas che gestiva l’area di servizio con il marchio Q8 a Vigodarzere in via Roma 81 e a Padova in corso 1 Maggio 4. I titolari della società Pasquale Russo, 45 anni, di Mugnano (Napoli) ed Enrica Cera, 41 anni, figlia dell’ex giudice padovano Giambattista Euro Cera, sono stati indagati dal pm Benedetto Roberti per frode in commercio.
Gli accertamenti dei finanzieri hanno riguardato tutto il 2011. Precisamente è stata analizzata la documentazione sulle transazioni effettuate tramite Cartissima Q8. L’incrocio dei dati riportati sui tabulati, secondo gli uomini delle Fiamme gialle, ha evidenziato incongruenze tra i litri di carburante effettivamente erogati e i litri fatturati e pagati dai clienti. Nel rapporto stilato dagli investigatori si parla di «sistematica metodicità» nel fornire una quantità di benzina o gasolio inferiore rispetto a quella pagata.
Mentre nella maggior parte delle aree di servizio i clienti dotati di Cartissima Q8 eseguono autonomamente il rifornimento strisciando poi la carta magnetica nell’apparecchiatura vicina alle colonnine, in corso Primo maggio il rifornimento veniva effettuato dai dipendenti del distributore mentre il pagamento avveniva all’interno del box ufficio ed era Pasquale Russo ad occuparsene, inserendo manualmente i litri da fatturare. Secondo la tesi esposta, il tutto era stato studiato «con il preciso scopo di trarre in inganno gli ignari automobilisti i quali non provvedevano mai a riscontrare la corrispondenza tra litri erogati e quelli pagati».
Enrica Cera e Pasquale Russo hanno fin da subito respinto la tesi accusatoria, asserendo che si tratta solamente di un errore di interpretazione nella lettura dei dati di Cartissima. Fino ad ora però l’autorità giudiziaria sembra concordare con la traccia investigativa segnata dalla Finanza.
Enrico Ferro
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