Importa e poi vende viagra dall’Oriente: beccato alla dogana

SAN GIORGIO IN BOSCO. È inciampato in un banale controllo doganale che il 30 giugno 2010 ha smascherato la sua attività di importatore di prodotti farmaceutici particolari, tutti a base di principi attivi come Sidenafil, Tadalafil e Vardenafil. Nomi che non dicono nulla alla maggioranza delle persone eppure sono i principi attivi contenuti nel Viagra (il primo), nel Cialis (il secondo) e nel Levitra (il terzo), medicinali che combattono l’impotenza sessuale, spesso abusati da chi è alla ricerca di moltiplicare le proprie prestazioni magari a scapito della salute.
E che ci faceva P.C., 43 anni di San Giorgio in Bosco, con 1.187 compresse tra Kamagra e Viagra sequestrate nella sua abitazione nel corso della perquisizione del 5 marzo 2011, e altre 2.147 pasticche di V-Tada, Kamagra e Viprogra, contenute in pacchi a lui indirizzati bloccati nove mesi prima dai carabinieri del Nas nell’Ufficio Dogane di Milano? Medicinali costituiti da quei principi attivi, ma prodotti tra l’India, Hong Kong e Singapore al di fuori di ogni controllo anche per quanto riguarda il rispetto delle normative sanitarie. Così per evitare il rischio di un processo, P.C. (difeso dall’avvocato Domenico Zanon) ha patteggiato 2 mesi, 26 giorni e 70 euro di multa davanti al gup Mariella Fino, ottenendo la sospensione condizionale della pena.
Le accuse? L’importazione di medicinali da paesi extracomunitari senza alcuna autorizzazione Aiga (Agenzia italia del farmaco) nonché la detenzione di medicinali imperfetti, dizione del codice penale che vuol indicare le non idonee modalità di trasporto e di stoccaggio come le incerte modalità di preparazione in quanto fabbricati per il mercato clandestino.
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