In dialisi dopo l’avvelenamento

Dimessi dall’ospedale i tre romeni intossicati dai funghi velenosi. Ma i loro reni sono a rischio
Di Giusy Andreoli

CURTAROLO. I tre cittadini romeni rimasti gravemente intossicati alcuni giorni fa da un pasto a base di funghi avevano mangiato il Cortinarius orellanus, un fungo che, insieme all’Amanita Phalloides, è mortale a causa dell’elevata tossicità. Gli accertamenti ospedalieri hanno infatti rilevato la presenza delle tossine di questo fungo nei reni dei tre pazienti. Marito, moglie e suocera l’altro ieri sono stati dimessi dopo una degenza di due settimane negli ospedali di Cittadella e di Camposampiero perché non sono più in pericolo di vita. I tre dovranno comunque sottoporsi regolarmente a dialisi e, se i reni riprendono la funzionalità, potranno evitare il ricorso al trapianto. Altrimenti verranno messi in lista di attesa. Il Cortinarius è un fungo che cresce in montagna, si trova anche sugli Euganei, e per il suo polimorfismo può essere confuso con altre specie commestibili tra cui il cosiddetto chiodino. Ha una latenza lunghissima: i primi sintomi si avvertono dopo 7-12 giorni dall’ingestione, per questo è pericolosissimo. Purtroppo la coppia di romeni, che ha riferito li averli raccolti sull’Altopiano di Asiago, non li ha sottoposti a perizia.

«Raccogliere i funghi in proprio è sempre un rischio», spiega il direttore sanitario dell’Usl 15 Sandro Artusi, «c’è però la possibilità di evitarlo facendoli peritare presso l’Ispettorato micologico dell’Usl 15 che si trova al Dipartimento di prevenzione, sullo stabile di via Cao del Mondo«.

La peritazione sui funghi raccolti per il privato è gratuita, non si paga nessun ticket e lo si fa dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17.30. Basta chiamare e preavvertire che si arriva alla segreteria del Servizio di igiene alimenti allo 049 982 21 47 oppure 21 46. A quanto pare nell’ultimo mese si sono registrati già 5 casi di intossicazione da funghi nel territorio dell’Alta, non così gravi come quello di Curtarolo.

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