In duemila per l’addio a Polato
Commozione in Duomo durante la preghiera della figlia Carla

MONSELICE. Sono stati momenti di commozione intensa quelli vissuti ieri pomeriggio per l’ultimo saluto in Duomo ad Andrea Polato: a “rubare” il 44enne ai familiari un malore al rientro dal lavoro, sabato 24 giugno, una morte inaspettata che ha segnato una comunità intera.
Erano in duemila a gremire il Duomo. Andrea era una persona generosa, affettuosa, autentica ed entusiasta, capace di vedere il lato positivo in ogni situazione, legatissimo alla famiglia, sia quella di origine (con il padre e il fratello gestiva il ristorante-pizzeria La Parentesi in via Vo’ dei Buffi), sia quella che aveva costruito insieme alla moglie Paola, rimasta sola dopo la morte della mamma: frutto del loro amore sono i figli Carla e Giovanni. Non gli mancava la forza d’animo, anche nelle situazioni meno favorevoli non aveva mai perso la fiducia, dandosi sempre da fare. A questo punto il pensiero collettivo si unisce in uno straziante “Perché Signore?” gridato al cielo. La stessa domanda ricorre nel volume di Carlo Carretto, brillante dirigente di Azione Cattolica fattosi eremita e citato da monsignore Sandro Panizzolo nell’omelia: la chiave di tutto è la fede. «Se accetti il regno, tutto è chiaro, se non lo accetti, tutto è oscuro», si legge, «se esiste il regno che è la vita eterna, il perché del dolore e della morte ha il suo significato, se non esiste non rimane spiegazione di sorta». «Siamo qui per aiutarci ad avere fede, a fidarci di Dio, a tuffarci nel suo mistero, che è mistero d’amore», commenta don Sandro, «Dio conosce la nostra pena e ci è vicino, pronto ad asciugare le lacrime che rigano il nostro volto». È con questa fiducia che ieri la collettività, unita nella preghiera, ha affidato Andrea al Padre, nella certezza di ritrovarlo ancora nella gioia. A ricordarlo le dolci parole della figlia Carla, rotte dal pianto: si tratta solo di un arrivederci, la famiglia sarà presto unita ancora. Il coro, dopo la comunione, ha intonato le note di “Dolce sentire”, una melodia entrata nei cuori.
Camilla Bottin
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