In primo grado 4 anni per 5 chili di eroina ma la Corte d’appello azzera la condanna

Nello scantinato del suo appartamento al Portello erano stati sequestrati ben 6 chili di eroina. E lei, Renata Camporese, 44 anni, fu condannata in primo grado a 4 anni e 6 mesi per detenzione e...

Nello scantinato del suo appartamento al Portello erano stati sequestrati ben 6 chili di eroina. E lei, Renata Camporese, 44 anni, fu condannata in primo grado a 4 anni e 6 mesi per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Tutto azzerato nel secondo grado di giudizio. La Corte d’appello di Venezia ha assolto la donna per non aver commesso il fatto. Accolta di fatto la prospettazione del difensore, l’avvocato Enrico Cogo, secondo il quale il concorso dell’imputata nel reato non era stato dimostrato dalle intercettazioni telefoniche che l’avevano messa nei guai. Intercettazioni che, sempre stando alla difesa, potevano avere una diversa lettura rispetto a quella della pubblica accusa. E così è stato. Il 6 giugno 2008 nel ripostiglio del condominio in via Marzolo 43 in cui abitava la donna (con il compagno albanese Agim Hoxa “Jimmy” , 35 anni) era stato scoperto un borsone contenente 5 chili di eroina. Messo alle strette, l’uomo aveva confessato alla Guardia di Finanza che stava svolgendo la perquisizione: «Me l'ha consegnato un amico... Mi ha chiesto di custodirglielo...». Ma dopo quella confessione, più nessuna ammissione. Tanto che al processo il giudice lo aveva assolto «per non aver commesso il fatto». Il motivo? Era stata ritenuta mancante la prova che Agim Hoxa avesse commesso il reato: il giudice aveva applicato la legge che prevede l'inutilizzabilità delle dichiarazioni rese dall'imputato qualora le abbia fatte, al momento dell'arresto, in assenza del difensore di fiducia e poi non le abbia più confermate in occasione della convalida del provvedimento restrittivo davanti al gip. Nel frattempo alcune intercettazioni avevano fatto finire sotto inchiesta la compagna che, in primo grado, era stata condannata. In appello è andata diversamente. Peraltro la droga era stata recuperata in uno sgabuzzino esterno all’appartamento della coppia e accessibile “da chiunque”, almeno in teoria. (cri.gen.)

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova