In una cappella di Porto Mantovano riposa il grande cardiochirurgo Vincenzo Gallucci

PORTO MANTOVANO. Padova ha un legame affettivo stretto con Porto Mantovano. Qui, nella cappella di famiglia, riposa Vincenzo Gallucci, uno dei padri della cardiochirurgia italiana, autore del primo...

PORTO MANTOVANO. Padova ha un legame affettivo stretto con Porto Mantovano. Qui, nella cappella di famiglia, riposa Vincenzo Gallucci, uno dei padri della cardiochirurgia italiana, autore del primo trapianto di cuore eseguito proprio al Policlinico di via Giustiniani la mattina del 14 novembre 1985, quasi 30 anni fa. Gallucci è stato un personaggio straordinario, dal grandissimo prestigio internazionale. Grazie a lui nel 1991 è stato possibile realizzare quel centro di cardiochirurgia che oggi prende il nome proprio di Vincenzo Gallucci, che però non riuscì mai a vedere l’opera finita. Il cardiochirurgo era nato a Ferrara l’1 novembre 1935, dal papà Mario, medico originario di Marina di Gioiosa Ionica, e dalla mamma Irene Longhini, laureata in chimica e farmacia, nata a Quistello in provincia di Mantova. Il giovane Gallucci trascorse la sua infanzia soprattutto a San Giovanni del Dosso e poi, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, a Porto Mantovano. Una carriera esaltante quella di Gallucci che però è dovuto emigrare negli States per poter vedere realizzare il suo sogno di diventare chirurgo. Il destino lo ha strappato alla medicina padovana troppo presto, nel 1991, ad appena 56 anni, vittima di un incidente stradale. (gi.n.)

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