Innovazione a rilento solo il 5% delle aziende usa l’archivio digitale

Padovani grandi innovatori anzi che no. La provincia che si candida a diventare il perno dell’innovazione del Nordest, quella con il maggior numero di imprese innovative della regione e con un tasso di aziende ad alta e media intensità tecnologica pari ad oltre il 26%, più di una su quattro, sembra avere grosse difficoltà nello sfruttare gli strumenti digitali e gratuiti messi a disposizione da Infocamere, altra realtà, questa volta pubblica, ad alta intensità tecnologica che a Padova ha visto i suoi natali e che occupa, proprio in zona industriale oltre 550 addetti.
l’indagine
A dirlo sono i dati stessi di Infocamere relativi all’utilizzo del Cassetto digitale, lo strumento messo a disposizione delle aziende per accedere, senza costi e tramite un clic sul proprio cellulare, a tutti i documenti sociali registrati dal sistema delle Camere di Commercio nazionali e pensato proprio come applicativo per smartphone.
meno di 5 su 100
E in effetti la Provincia vede un tasso di penetrazione dello strumento pari al 4,7% o poco più, percentualmente meno di Sassari, Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro, Ascoli Piceno e così via. Se si fa un eccezione per Belluno e Treviso, rispettivamente quarta e quinta in Italia con un tasso di penetrazione che è circa dell’8%, il Veneto non va molto meglio: Vicenza è venticinquesima (poco sopra il 5%), Padova è 33ª, mentre Rovigo e Venezia sono rispettivamente 47ª e 48ª. Verona si aggiudica addirittura la 72ª posizione fra le 104 province italiane con un utilizzo davvero scarso, non superiore al 3, 47%.
eppure si risparmia
Anche se il costo di un accesso ai propri documenti aziendali registrati in Camera di Commercio (visure, statuti, bilanci) non supera i 10 euro a documento, i tempi per ottenerli, in proprio o tramite professionisti o commercialisti di fiducia, rischiano di essere comunque superiori a quelli di un servizio pensato per essere rapido e sempre accessibile.
«Si tratta di un’applicazione che fornisce la propria visura camerale in italiano e pure in inglese», ragiona Paolo Ghezzi, direttore generale di Infocamere, «e che potrebbe fare risparmiare ai 6 milioni di imprese italiane per lo meno 60 milioni di euro annui senza contare il tempo perso e le difficoltà del caso. Ma ci stiamo rendendo conto che, per quanto utile, gratuita e facile da usare possa essere un’applicazione, non è affatto detto che abbia successo. Chiediamo l’aiuto di tutti per dare notizia agli imprenditori dell’esistenza di questo strumento». —
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