Insegue il vandalo, scene da far west
Il padre della piccola Jessica blocca il giovane che gli ha rotto la vetrina

ARCELLA.
L'ha rincorso a piedi quasi due chilometri per le stradine della vecchia Arcella, l'ha costretto ad arrampicarsi sulla tettoia di una casa, minacciandolo con una vanga fino all'arrivo della questura. Paolo Simionato, il 41enne fornaio di via Bonazza 61, era inferocito contro un etiope di 23 anni che venerdì pomeriggio senza motivo ha scagliato un porta biciclette contro il suo negozio. «Erano le 15.30 e il panificio era chiuso, stavo lavorando nel retro, sono andato al banco per mangiare qualcosa e in quel momento ho visto il giovane prendere la rastrelliera e scagliarla contro la mia vetrata. Due colpi violenti. In un primo momento sono rimasto senza parole, anche perché ha poi riposto a terra il porta biciclette con assoluta tranquillità e senza dire una parola si è incamminato verso via Chevalier» racconta il fornaio, padre di Jessica, la ragazzina di 12 anni morta il 30 aprile dello scorso hanno colpita da un aneurisma mentre era in classe alla scuola media Zanella. «Quando ho visto la vetrata distrutta mi è salita una rabbia indescrivibile e sono uscito a caccia del vandalo. L'ho rintracciato mentre camminava pacifico in via Chevalier, gli sono corso dietro, ma quando ero a due metri da lui ha iniziato a scappare come una gazzella». Il 23enne africano in fuga e il 41enne panettiere all'inseguimento lungo via Carati, Pizzolo, fino in via Vecellio. «Mi conoscono in molti qui in quartiere e vedendomi inseguire un uomo, alcuni si sono uniti a me per cercare di acchiapparlo». In pieno pomeriggio non è stata certo una scena da maratona, ma una vera e propria caccia all'uomo: il panettiere, i meccanici di via Vecellio, gestori e avventori del bar all'angolo con via Pizzolo, tutti a caccia del vandalo. «Mia moglie stava tornando a casa in auto e ha visto la scena, mi ha fatto salire e l'abbiamo superato. Volevo affrontarlo, ma mi è sfuggito, ho cercato di fargli lo sgambetto, ma era agile come una lepre, per cui mi sono rimesso ad inseguirlo a piedi». Braccato da almeno una decina di persone, l'etiope ha cercato rifugio in una casa di via Vecellio. «L'ho visto intrufolarsi nel giardino e mi sono detto: adesso ti circondiamo e da qui non esci più - racconta il fornaio -. Prima è salito su una tettoia, sentivo i suoi passi ma non lo vedevo, gli ho detto di scendere altrimenti l'avrei convinto io con una vanga. A quel punto è salito su un poggiolo. Ma non voleva scendere». Probabilmente terrorizzato dalla decina di persone sotto ad aspettarlo, il 23enne etiope ha preferito attendere che arrivassero gli agenti delle Volanti per consegnarsi. L'uomo è stato portato in questura dove è stato denunciato a piede libero per danneggiamento. Agli agenti avrebbe spiegato il suo gesto con l'incapacità di gestire raptus di rabbia. Non è chiaro se il giovane africano sia regolare in Italia, dove viva e se abbia precedenti specifici. Il danno al panificio di Paolo Simionato ammonta a circa mille euro. «Non è la prima volta che in questa strada accadono episodi come questo - conclude il fornaio - un mese fa qualcuno ha sfondato diversi vetri alle auto in sosta».
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