Iov, arrivano a Padova i caschetti salva-capelli per la chemio

Acquistati grazie a una donazione due macchinari per evitare l’alopecia causata dalla chemio. Li indosseranno otto pazienti al giorno su 140 in cura

PADOVA. Entro fine mese, all'Istituto oncologico veneto di Padova, arrivano i caschetti che evitano la caduta dei capelli durante la chemioterapia. Sono stati acquistati due macchinari, ciascuno dei quali è collegato a due caschetti. Presto, saranno installati in una delle sale del Day Hospital oncologico. «Saranno utilizzati da circa otto pazienti al giorno», dichiara il professor Pierfranco Conte, coordinatore della Rete oncologica veneta. I caschetti salva capelli sono costati quasi 122 mila euro. La cifra è stata finanziata da Alì spa per 109 mila euro e dal Centro sociologico italiano di Padova, sezione G. Jappelli, in memoria di Mariagrazia Giachè, per altri 7 mila euro.

I caschetti agiscono sul cuoio capelluto raffreddandolo fino a quattro gradi centigradi. Il casco si deve indossare prima, durante e dopo la seduta di chemioterapia: da un’ora a tre ore, a seconda dei casi. L'efficacia di questo metodo dipende anche dal tempo in cui si porta la termocuffia. Il freddo generato dal macchinario provoca vasocostrizione, il flusso di sangue che arriva ai follicoli viene quindi ridotto. Così, il farmaco chemioterapico (che circola nel sangue) fatica ad arrivare al cuoio capelluto. Bloccando l’assorbimento a livello cellulare, si limita la perdita dei capelli. Si tratta di una tecnica innovativa e in via di sperimentazione: in Italia, infatti, i caschetti salva capelli sono stati acquistati solo a Milano all'Istituto europeo di oncologia (Ieo) e all’Ospedale San Raffaele.

«Stiamo elaborando un progetto che sarà vagliato dal Comitato etico», aggiunge il professor Conte, «saranno selezionate pazienti donne che si sottopongono a trattamenti chemioterapici alopecizzanti. Verificheremo due aspetti: la capacità effettiva di prevenire l’alopecia nel tempo e l’impatto positivo che tutto questo ha nella vita delle pazienti. In particolare è importante valutare se le pazienti oncologiche riescono ad accettare più facilmente i cicli di chemioterapia». Gli infermieri e il personale del reparto Day Hospital seguiranno un corso formativo incentrato sull’utilizzo dei nuovi caschetti salva capelli. «Daremo la precedenza prima di tutto alle donne alle quali interessa non perdere capelli, sia per motivi personali che per motivi lavorativi», specifica il professor Conte, «anche perché il trattamento anti caduta obbliga a fermarsi in ospedale molto più tempo rispetto al normale: è un ulteriore impegno. A pari condizioni, avranno priorità le pazienti più giovani».

Ogni giorno al Day Hospital dello Iov sono circa 140 le persone che affrontano una seduta di chemioterapia per ogni tipo di patologia. Di queste, più di 90 assumono farmaci che causano la perdita dei capelli. In tutto sono 49 le postazioni dedicate all'infusione di chemioterapici al reparto Day Hospital.

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