Iper a Due Carrare, il no del ministero

Il sottosegretario Bocci risponde a un’interrogazione di Giulia Narduolo (Pd): «Penalizza le possibilità di espansione turistica del territorio dei Colli» 
Un rendering del progettato centro commerciale
Un rendering del progettato centro commerciale

PADOVA. Il governo dice no al nuovo centro commerciale a Due Carrare: «Penalizza le possibilità di espansione turistica del territorio dei Colli Euganei», secondo il ministero dei beni culturali guidato da Dario Franceschini. Ieri la risposta in aula a Montecitorio, attraverso il sottosegretario Gianpiero Bocci, all’interrogazione urgente presentata dalla deputata dem Giulia Narduolo.

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Quasi una “pietra tombale” sul disegno della società padovana Deda srl. Anche se, come ha spiegato il rappresentante dell’esecutivo, il progetto deve ancora essere presentato. Ma gli architetti dello studio L35 di Barcellona, incaricati di disegnare il “mall”, dovranno fare i conti con l’ostilità dichiarata della Soprintendenza.

Stop dalla Soprintendenza. Di fronte alla richiesta della deputata di Megliadino San Vitale, il ministero non ha fatto altro che rivolgersi alla Soprintendenza. Che ha risposto con due osservazioni. Da una parte il fatto che già nel 2013 era stato presentato un progetto di insediamento commerciale, che era stato sonoramente bocciato.

Poi l’arrivo del progetto della Deda srl, finanziato con una sessantina di milioni dal fondo di investimento Orion European Real Estate, che però «non risulta formalmente pervenuto alla Soprintendenza». Dunque tutte le valutazioni vengono fatte «allo stato delle informazioni disponibili».

BELLUCO - FOTOPIRAN - BATTAGLIA - RESTAURO CASTELLO DEL CATAJO
BELLUCO - FOTOPIRAN - BATTAGLIA - RESTAURO CASTELLO DEL CATAJO


L’impressione però è che una struttura di questo tipo in quell’area, a due passi da Catajo e all’ombra dei Colli, avrebbe un impatto troppo forte. «L’impatto derivante dalla nuova struttura commerciale parrebbe compromettere e creare forti criticità alle interrelazioni con il contesto – spiega il sottosegretario Bocci citando la Soprintendenza – Inoltre, seppure l’area del centro commerciale non ricada all’interno del Parco regionale, è comunque prossima al perimetro. Secondo la soprintendenza è inconfutabile l’ampia visione che si avrà del nuovo complesso». Il centro commerciale dunque sarà visibile dal Catajo e dai Colli. È questa la principale motivazione al no del governo: «Tale possibilità edificatoria parrebbe incidere sui valori del paesaggio, depauperandone la peculiarità culturale e la possibilità di espansione turistica rese proprio dalla bellezza dei Colli e dai territori confinanti», è la risposta che compromette il sogno del nuovo iper.

I problemi idraulici. C’è anche un altro “intoppo” sollevato dal governo: «Dalle verifiche effettuate sulle mappe di pericolosità idraulica e di rischio alluvione, il sito su cui è prevista la realizzazione del centro commerciale risulterebbe interessato da aree a pericolosità e rischio idraulico», ha chiarito il sottosegretario Bocci. Una situazione di cui i progettisti dovranno tenere conto e su cui il Ministero dell’Ambiente ha assicurato la massima sorveglianza.

La politica esulta. Ovviamente soddisfatta Giulia Narduolo, che ha portato la questione dell’iper di Due Carrare all’attenzione del governo e poi nell’aula di Montecitorio: «Ho parlato della questione più volte anche con Franceschini, anche qualche settimana fa alle Fiera delle Parole, e mi aveva assicurato il suo interessamento – racconta – Adesso è arrivata questa presa di posizione chiara: proprio ciò che volevamo sentirci dire». Dal governo è arrivato dunque un sostegno alle proteste del territorio: «Infatti nella mia replica in aula ho voluto citare le manifestazioni di questi mesi, a partire dalla presa di posizione dei circoli Pd dei Colli Euganei», prosegue Giulia Narduolo. Che poi offre un assist al primo cittadino di Due Carrare Davide Moro: «Abbiamo voluto tendere una mano all'amministrazione per aiutarla a dire di no al centro commerciale. Fin qui la nostra parte come parlamentari l’abbiamo fatta, ora contiamo anche sulla Regione. Chiaramente non saremo tranquilli fino a quando il progetto non verrà ritirato».
 

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