Ippolito Nievo patriota biografia di un grande

PADOVA.
Così Daniela Mazzon e Rosina Torrisi, le due docenti del liceo Tito Livio di Padova autrici del libro, descrivono Ippolito Nievo: occhi scuri, lucenti, sguardo acuto, amava portare una leggera sfumatura di baffi e una mosca appena accennata. Ippolito Nievo fu un giovane, la cui vita coincise con il periodo culminante del Risorgimento. Nato a Padova il 30 novembre 1831 da Antonio, notaio mantovano, e da Adele Marin, patrizia veneziana, passò lunghi periodi a Colloredo, nel castello di famiglia, in cui ambientò numerose pagine della sua opera più famosa, «Le Confessioni d'un Italiano». Ebbe due grandi amori, il primo per Matilde Ferrari, raccontato, e poi negato, in pagine appassionate e veementi; il secondo - proibito - per la moglie del cugino, Bice Melzi, donna fine, colta, entusiasta del movimento nazionale. Ancora giovanissimo, maturò un sogno e una visione politica che lo portarono ad essere un letterato e un patriota. Durante la seconda guerra d'indipendenza, nel 1859, si arruolò nei Cacciatori delle Alpi e partecipò alla prima campagna garibaldina. Il 5 maggio del 1860 salpò da Quarto con i Mille. Da Garibaldi ebbe la vice intendenza e il controllo dei carteggi militari e dei denari destinati alla spedizione. Gli ultimi mesi di vita Nievo li trascorse a Palermo.
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