Ivano e Giuseppe, prime nozze gay in provincia di Padova

La coppia del capoluogo è dovuta emigrare a Rubano per unirsi civilmente. Grande gioia e commozione
POLETTO-FOTOPIRAN-RUBANO-MATRIMONIO GAY
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RUBANO. «Ivano e Giuseppe sono finalmente sposi». L'onorevole Alessandro Zan ha concluso così la cerimonia della prima unione civile della provincia di Padova, nel municipio di Rubano. Una cerimonia toccante e commovente, che ha sancito l'unione civile, ma soprattutto l'amore, di Ivano e Giuseppe, a coronamento di una storia che dura ormai da 19 anni. Ivano e Giuseppe, 62 e 49 anni, svolgono entrambi la professione in campo medico.

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Sono una coppia che abita a Padova, ma che non ha potuto celebrare il rito a palazzo Moroni nel capoluogo, in quanto le regole imposte dall'amministrazione guidata dal sindaco Bitonci le vietano il sabato. Giorno però maggiormente consono soprattutto per gli ospiti delle coppie che decidono di unirsi e per le coppie stesse.

Ivano e Giuseppe si sono rivolti allora a Rubano, che ha entusiasticamente accolto il loro invito, entrando, di fatto, con loro nella storia, in quanto primo Comune padovano a celebrare le unioni civili dopo l'approvazione della legge 76 del 20 maggio scorso.

Il sindaco di Rubano, Sabrina Doni, ha fatto gli onori di casa, visibilmente emozionata e «commossa come il giorno del mio matrimonio» ha detto prima di cedere la fascia tricolore all'onorevole Alessandro Zan, che ha officiato il rito. La coppia, vestita in maniera identica, con pantalone scuro e giacca azzurra, si è accomodata insieme ai due testimoni.

Tuttavia prima ha commosso l'intera sala gremita di amici e parenti (circa una sessantina) il gesto amorevole di Ivano, che preso il bouquet di fiori, lo ha deposto in grembo all'anziana madre ultranovantenne, stingendola in un affettuosissimo abbraccio. Perché alla loro unione, ieri mattina, hanno partecipato emotivamente tutti, gli amici, i parenti, ma anche gli amministratori e dipendenti comunali di Rubano, che hanno assistito alla cerimonia, dove amore e commozione erano più che palpabili.

Nessun discorso, nessuno scambio di promesse, nulla se non due abbracci e un bacio per la foto: le parole le hanno lasciate alla poesia letta alla fine da un'amica e all'onorevole Zan, che ha sbrigato dapprima le formalità di rito, leggendo i commi 11 e 12 della nuova legge, che stabiliscono i doveri reciproci tra le parti, di assistenza morale e materiale e di convivenza.

Data lettura poi della formula, si è passati alla firma e allo scambio degli anelli. «Sono molto onorato di essere stato scelto per celebrare la prima unione civile nella provincia di Padova» ha ribadito Zan al termine della cerimonia. «È una giornata storica, perché dopo anni di battaglie si realizza un sogno per tutti noi che abbiamo combattuto, nelle sedi istituzionali come nelle piazze, ma anche nelle piccole battaglie di ogni giorno, affinché nel nostro Paese crescesse la coscienza civile e si arrivasse a questo punto di cultura. Perché non ci devono essere amori di serie A e di serie B: gli amori sono tutti uguali e meritano lo stesso riconoscimento. L'amore non deve essere nascosto: è una cosa bella per chi ha la fortuna di incontrare la persona con cui dividere un pezzo di questa meravigliosa esperienza che chiamiamo vita. Sposarsi non può essere un privilegio di alcuni, ma un diritto di tutti».

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