La battaglia di «zia Elena»

 Elena Fontani, classe 1932, vive in un appartamento Ater di via Palestro. Nonostante si aiuti con un bastone per camminare, è una donna schiva ma tenace. Ogni giorno si reca al vicino patronato di San Girolamo in via Tirana dove fino a qualche anno fa lavorava al bar. Qui la conoscono tutti come «zia Elena». Dice di battersi perché siano rispettate le disposizioni scritte dal cugino Conte a pochi giorni dalla morte: una parte consistente dell'eredità non doveva andare ad associazioni in profumo di politica bensì ad opere benefiche, compreso un ospedale in Africa. Chi ha barato?

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