La biblioteca senza libri rinnovata a cura dei bimbi

Una classe della Giovanni XXIII ha scritto, decorato e rilegato 150 volumetti ora li vende per poter comperare anche le opere di Rodari e Calvino
Di Elvira Scigliano

STANGA. Hanno voglia di Italo Calvino, di Gianni Rodari, hanno voglia di sognare, viaggiare, vivere incredibili avventure grazie alla fantasia. Hanno voglia di libri. Sono i piccoli esploratori della quarta elementare della scuola Giovanni XXIII, in via Calvi, alla Stanga.

La loro biblioteca langue, i libri di narrativa li hanno divorati, ma la scuola non ha le risorse per comprarne degli altri. Già è tanto mandare avanti la didattica obbligatoria, già i maestri si fanno in quattro perché ci sia la carta delle fotocopiatrici; questi sono tempi in cui i genitori si auto tassano perché ci sia la carta igienica nei bagni e così anche i testi di lettura “a piacere”, come si diceva un tempo, diventano un miraggio. Se non fosse che questi piccoli hanno già dato prova di essere abili creativi e imprenditori in erba: loro che si sono inventati gli appuntamenti con la Cna per imparare un mestiere (e con i pupazzetti finanziare la festa di fine anno); loro che conoscono il territorio così bene da realizzare un geo blog; loro che trasformano il saluto di fine anno in una spettacolare festa etnica, ora sono pronti a diventare scrittori ed editori fai da te.

Nasce così il progetto “Fogli di viaggio - bambini poetici viaggianti”, che sarà presentano questa sera, alle 18, alla libreria Pangea di via San Martino e Solferino 106.

Frutto di un laboratorio diviso tra la classe e la strada, in piazza Duomo, dal quale sono stati ricavati 150 libri “cartonero”: cioè con le copertine realizzate a mano su cartone riciclato, una forma editoriale nata in Argentina durante la crisi dei primi anni Duemila.

I libri saranno proposti a partire da 10 euro e il ricavato servirà a rifornire la biblioteca di classe. Siamo in una scuola di frontiera con una delle maggiori componenti di alunni figli di genitori migranti. In particolare la IVB è l’emblema dell'italianità declinata in marocchino, africano, cinese, rumeno. I bambini hanno così trasmesso nelle poesie e nei disegni un po' delle loro origini o di quello che immaginano e ricordano dei paesi lontani e nella maggior parte dei casi da loro mai visti, di mamma e papà.

Tutto nasce da un incontro fortunato, di quelli che fanno scintille: da una parte Giandomenico Tono, titolare della libreria dedicata al viaggio di Brusegana, dall’altra Roberta Scalone, maestra alla Giovanni XXIII che ha coinvolto, insieme al collega Fabio Rocco, i piccoli della IV B. Infine le collaborazioni di Marina Girardi, illustratrice e fumettista e Richard Khoury, fotografo e grafico.

Il lavoro è iniziato in classe dove è stata realizzata una ventina dei singolari libri: ognuno rigorosamente fatto a mano, ognuno originalissimo. I pensieri dei poeti in erba si sono trasformati in mappe a fumetti che includessero i versi. Un secondo laboratorio, quello che si è svolto in piazza Duomo alcuni giorni fa, ha poi coinvolto anche i genitori.

In piazza sono stati impaginati i libri e decorate le copertine che, manco a dirlo, sono tutte create utilizzando cartoni riciclati.

Laboratorio e mostra sono entrati a pieno titolo nel progetto “L'Infinito viaggiare” sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell'ambito del bando Culturalmente 2015 (promosso da quattro librerie, cinque associazioni e l'Università: www.infinitoviaggiare.it). L'avventura dei bambini sarà inoltre inserita dalla giornalista di Repubblica, Benedetta Tobagi, nel suo libro sulle scuole di frontiera d'Italia.

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