La “Bottega del panino” chiude dopo 50 anni

Lo storico chef di Cittadella Antonio Ranzato va in pensione e l’addio è condito di ricordi su Facebook
Tony Ranzato con i figli Gianluca e Loretta
Tony Ranzato con i figli Gianluca e Loretta

CITTADELLA. Chiude la leggenda del panino, il mitico “Tony tramesin” – autentica istituzione del centro di Cittadella, a due passi da Porta Padova – va a godersi il meritato riposo dopo mezzo secolo di lavoro. Va in pensione, ed è subito amarcord.

Antonio Ranzato, per tutti “Tony” , aveva iniziato la sua carriera come cuoco negli anni del boom, all’hotel Ariston di Padova. Negli anni Settanta va a gestire con le sorelle il ristorante “alla Scoa” a Castelfranco, fregiandosi di attestati di chef stellato e finendo nell’album d’oro dei cuochi di Venezia. Poi l’approdo a Cittadella con moglie, figli e il fratello Massimo. Qui realizza il suo capolavoro e dà vita alla prima paninoteca del Triveneto, creando la bellezza di più di 100 tipi di tramezzini e i mitici panini.

Nel corso di questi decenni i palati cittadellesi hanno avuto modo di gustare il genovese, la bomba, la super bomba, la pizza pazza, il fiore di primavera e la storica bruschetta bella Napoli; snack d’alta fattura accompagnati da oltre 150 birre in bottiglia di provenienza europea e i vini delle più rinomate cantine. Una qualità a portata di mano che fa entrare la “Bottega del panino” di via Garibaldi nel cuore gastronomico di intere generazioni. Sono arrivati, però, i titoli di coda, e il tempo dei grazie: «I figli Gianluca e Loretta ringraziano il papà Tony per questa magica e indimenticabile avventura augurandogli un meritato riposo.

Il grande Tony e il suo staff ringrazia di cuore i suoi meravigliosi e affezionati clienti» , è stato scritto su Fb. Un addio condito di ricordi gustosissimi: «Ho 42 anni» , racconta uno storico cliente, «e, passando davanti, mia figlia di 5 anni mi ha chiesto se stavano chiudendo: “Sì”, ho risposto con le lacrime agli occhi e lei: “Ma a me piaceva tanto questo posto”. E io: “A me lo dici, che ci vengo da quando avevo la tua età?”» .
 

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