La chiesa lesa dal sisma non può essere riaperta

AGNA. Resterà chiusa ancora per diverse settimane la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, ferita dal terremoto di fine maggio. Una recente verifica tecnica ha confermato la necessità di mettere mano alla struttura dell’edificio prima di poterlo rendere di nuovo agibile. Le due scosse più forti del sisma hanno aggravato una situazione già compromessa nel corso degli anni, alla quale ora bisogna mettere mano. I problemi risalgono addirittura al terremoto del Friuli, nel 1976, quando si aprirono le prime crepe sul soffitto a causa del cedimento dei due corpi aggiunti il secolo scorso. Negli anni Venti l’edificio settecentesco è stato ampliato con l’aggiunta del coro, mentre negli anni Sessanta è stata aggiunta la facciata in marmo. Con il passare del tempo però si sono aperte delle fessure. La chiesa si sta spaccando in due e il restauro di una trentina d’anni fa non basta più. «A questo punto» spiega il sindaco Giannicola Scarabello «non è sufficiente limitarsi a intervenire sulle parti pericolanti. Serve un intervento strutturale. L’impegno economico sarà notevole, si parla di almeno 70-100 mila euro per poter riaprire nuovamente la chiesa e una spesa complessiva intorno ai 300 mila euro per il completo restauro. Intanto però serviranno più di diecimila euro per la verifica statica completa dell’edificio e delle fondazioni, in modo da poter pianificare nel dettaglio i lavori da eseguire». Cifre importanti, di cui la parrocchia guidata da don Daniele Marangon non dispone, necessarie però per riaprire le porte della chiesa del capoluogo. Per il momento le messe si tengono nelle tre chiese dell’unità pastorale, che comprende Borgoforte, Frapiero e Prejon. Le funzioni meno affollate vengono celebrate anche in patronato o nella sala della canonica.
Nicola Stievano
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova