La Festa di Medicina arriva al capolinea «Ci sono troppi rischi»

Gli studenti annunciano l’addio: «Tutto troppo complicato» In vent’anni sono stati raccolti 300 mila euro per il Cuamm

Dopo vent’anni, la tradizionale “Festa di Medicina” si ferma. L’annuncio ufficiale è arrivato giovedì mattina, nel corso della cerimonia per la donazione degli incassi ai Medici con l’Africa Cuamm, ed è stato poi diffuso tramite la pagina Facebook dell’evento: «la ventunesima edizione» si legge «non ci sarà».

Burocrazia complessa

I motivi sono diversi, ma alla base di questa sofferta decisione ci sono motivi organizzativi e di sicurezza: «nonostante l’immensa mole di lavoro e responsabilità» scrivono i giovani medici «la festa è sempre stata gestita da studenti, tra una lezione e un esame. Ma negli anni la burocrazia è diventata complessa e ingestibile». I numeri, nel tempo, erano diventati da record: tre, quattro, cinquemila persone in una sola serata. Problemi seri non ce ne sono mai stati (qualche lamentela da parte dei residenti, qualcuno che aveva alzato un po’ troppo il gomito, qualche temuto spray al peperoncino ritirato) ma va da sé che il potenziale c’era.

Troppi rischi

«Ci siamo sentiti molto esposti a rischi e possibili conseguenze» ammette Matteo Drigo, presidente dell’associazione Studenti e professori uniti per. Il collegamento con i fatti di Ancona viene spontaneo: «la nostra decisione è arrivata molto prima» sottolinea Drigo «ma l’allerta per via del peperoncino era già scattata con la festa delle matricole nel 2016. Noi abbiamo intensificato i controlli e abbiamo fatto sempre di tutto perché la festa si svolgesse senza incidenti. Ma non siamo professionisti, era diventato tutto troppo impegnativo e rischioso».

L’evento, in tutti questi anni, era stato non solo un’occasione di festa, ma anche di sostegno a progetti umanitari: due giorni fa sono stati donati 14. 500 euro a Medici con l’Africa Cuamm, per la realizzazione di centri di prima assistenza sanitaria a Nhial, in Sud Sudan.

Raccolti 300 mila euro

Nel complesso, la somma raccolta nel corso di venti edizioni ammonta a circa 300mila euro: un tesoretto che, con dedizione e passione, i giovani medici padovani hanno investito per costruire ambulatori, sostenere le mense popolari, finanziare ospedali in Italia e in Africa. Dopo una lunga corsa, ora si fermeranno almeno per un po’: per la raccolta fondi continueranno ad esserci gli eventi sportivi, e forse a maggio ci sarà una festicciola tra amici. Ma la festa come l’abbiamo conosciuta finora si ferma qui, con un bel ricordo e la promessa che, prima o poi, «rinascerà». —

Silvia Quaranta

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