La Grande Guerra secondo Rigoni Stern

di Barbara Codogno
VENEZIA
«I ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla la bottiglia»: così scriveva il grande Mario Rigoni Stern, senza sapere che queste sue parole sarebbero state messe in pratica con l'ausilio della pellicola.
Era il 1996 quando, passeggiando per i boschi di Asiago, a Mario Isnenghi, Gianpiero Brunetta e a Vittorio Corà venne un'idea: quella di rilanciare i luoghi della grande guerra consumatasi sull'Altipiano di Asiago. Mettendo il luce il territorio anche in funzione del turismo. Chi poteva essere il garante di questa operazione?
Mario Rigoni Stern fu il cantore magico dell'Altopiano di Asiago. Non visse direttamente la prima guerra mondiale, ma ebbe la fortuna di essere un attento testimone e di raccogliere la voce degli anziani, la preziosa voce della memoria. Il nonno e il padre lo conducevano fin da piccolo lungo i sentieri, gli avvallamenti, le risalite che furono teatro di scontri, descrivendogli dettagliatamente gli avvenimenti, con tanto di date e di esito delle battaglie.
Brunetta organizza la spedizione, al seguito Isnenghi e Corà con una troupe composta dal regista Mirco Melanco e da un allora giovane operatore, Federico Massa, alla telecamera fissa. In 4 giorni, capitanati da Rigoni Stern, il gruppo percorse 120 chilometri a ritroso nel tempo. Sulle tracce dei luoghi della grande guerra.
Era il 1996, le telecamere erano le allora Hi8 e si registrava con il vecchio sistema VHS. Il film così realizzato fu presentato al Torino Film Festival. ma non ebbe poi una gran diffusione, anzi, fu poco visto.
Ma come diceva il vecchio dei boschi: «Non bisogna agitarla la bottiglia». Così, a distanza di molti anni, nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia, quando il cantore magico dell'Altopiano è ormai partito per il suo viaggio privato e senza ritorno, l'allora cameraman, Federico Massa, allievo di Melanco (docente di Cinematografia documentaria e del Laboratorio di videoscrittura del Dams alla Facoltà di Lettere dell'Università di Padova, da quest'anno docente di Cinema italiano alla Magistrale di Produzione Multimediale) si unisce al maestro per dar vita ad un nuovo montato.
«Le immagini recuperate sono molto belle e mi hanno portato indietro nel tempo», racconta Melanco che ancora si commuove ripensando agli aneddoti di quel viaggio assieme a Rigoni Stern.
«Ci parlava dell'urogallo e dei boschi, di come stesse cambiando il paesaggio». La nuova edizione è del tutto ripensata, anche se mantiene il nucleo originale della straordinaria testimonianza di Rigoni Stern, che si muove tra i sentieri, nei boschi, tra fortificazioni e trincee, parlando delle sofferenze e delle aspettative dei soldati che hanno combattuto in quei luoghi.
«La Grande guerra sull'Altopiano di Asiago raccontata da Mario Rigoni Stern» è un film ex novo, spiega orgoglioso Melanco. «Abbiamo usato tutti i materiali video scartati allora; prima c'era una voce narrante che abbiamo eliminato, lasciando la voce originale di Mario Rigoni Stern e inserendo le interviste a Isnenghi e Corà. Rigoni Stern parla della prima guerra mondiale vista dal basso, vista con gli occhi dei soldati».
Un film di grande valore, 53 minuti di poesia: «Vorremo portarlo nelle scuole di Padova e Vicenza perché i ragazzi possano sentire dalla voce di un grande maestro la storia della prima guerra mondiale».
L'effetto del film è straniante: il Vhs e l'Hi8 sono stati ridigitalizzati e la nuova struttura tecnica mantiene l'impronta emotiva del documento ritrovato. Un documento visivo sapientemente recuperato seguendo il soggetto curato da Brunetta e la regia congiunta del maestro Melanco e dell'allievo Massa, da tempo collaboratori, anzi, amici.
«"Questo documentario, a differenza di quello realizzato da Mazzacurati e Paolini, è più importante come testimonianza perché vede Mario Rigoni Stern proprio dentro al suo territorio, nei 120 chilometri di Altopiano percorsi in 4 giorni».
Nella giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, ricorrendo quest'anno il 150 anniversario dell'Unità d'Italia, l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti organizza oggi alle 17,30 la proiezione del documentario.
Le testimonianze di Mario Isnenghi e Vittorio Corà aiutano a precisare il quadro storico e arricchiscono il racconto inquadrandolo alla luce delle interpretazioni storiografiche più aggiornate.
C'è voluto molto tempo per realizzare questo film. ma aveva ragione il vecchio del bosco: «I ricordi sono come il vino: rimangono limpidi».
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