«La mia è resistenza rock» L’utopia di Giulio Casale

TREVISO
Giulio Casale, voce della resistenza rock cantautorale, torna sulla scena musicale - dopo sette anni di intensa «militanza» teatrale (Giorgio Gaber e Beat Generation) e letteraria - con un nuovo disco di inediti, «Dalla parte del torto», in uscita domani. Il cantautore trevigiano (ma milanese d’adozione), che negli anni ’90 esplose con il gruppo degli Estra, ha ripreso a scrivere canzoni, amplificando il proprio io narrante per raccontare il sentimento diffuso di precarietà delle coscienze e del traballante paese Italia. « Muovo dalla definitiva consapevolezza di vivere all’inferno, dove tutto è mistificato e mistificante. La mia è resistenza rock, testimonianza di un barlume d’utopia individuale, il mio torto – dice l’artista – Un disco di sentimenti contro ogni sentimentalismo. Cantami ma non d’amore, non oggi, non finché siamo nell’inferno».
Giulio Casale presenterà dal vivo il suo nuovo album con un instore tour (domani alla Fnac di Milano, mercoledì in quella di Firenze, il 6 marzo alla Fnac di Verona e l’8 a Torino; il 15 marzo alla Feltrinelli di Bologna). Ma il contatto con il pubblico dei concerti, accompagnato da una formidabile band rock (come ai bei tempi degli Estra) il cantante lo riprenderà nel corso di quattro date nei live club: venerdì 2 marzo riparte dalla sua terra d’origine, al New Age di Roncade (Treviso); il 7 marzo alla Salumeria della Musica di Milano; il 9 va al Mattatoio n.5 di Montepulciano (SI) e il 10 marzo al Triade live pub di Copertino (LE) . L’album «Dalla parte del torto» (Bolletino Edizioni Musicali / Novunque e distribuito da Self), è stato registrato e mixato da Marco Tagliola (già con Baustelle, Vinicio Capossela, Mauro Ermanno Giovanardi) al Perpetuum Mobile di Nave; mentre la direzione artistigca è stata curata da Giovanni Ferrario (P.J. Harvey, John Parish, Morgan, Luci della Centrale Elettrica). In sala d’incisione c’erano lo stesso Ferrario (basso, organo, piano, tastiere, chitarra acustica), Antonio Gramentieri (chitarra elettrica, lap steel, slide, bass IV, 12 corde, chitarra preparata, diamonica), Diego Sapignoli (percussioni), Alessandro Fabbro (tromba), Paolo botti (violino) e Marco Tagliola (fischio, Binson&Roland echo).
Questa la tracklist dell’album: «La tua canzone»; «La mistificazione»; «Apritemi», «Un’ossessione»; «Virus A»; «Fine»; «Magic shop» cover del brano di Franco Battiato (EMI Music Publishing Italia); «La Merce»; «Personaggio comune»; «Senza direzione», «La febbre»; «La tua canzone #9».
«Sono tornato ad essere un cantautore rock , carriera che in Italia non esiste - dice Casale - Il titolo dell’album si presta a molte interpretazioni. C’è, comunque, molta ironia in quello che scrivo e le scelte che faccio mi mettono nella minoranza di italiani, e occidentali, che non hanno come valori denaro, potere, successo.
Vent’anni di berlusconismo hanno prodotto giovani e trentenni dalla mentalità anestetizzata. Consumano musica fatta per essere mercificata . La mia è musica che non vende sogni, ma sentimenti. Anche questo è essere contro il conformismo militante» . Casale definisce il suo disco «molto sghembo, metaforico, socialmente sensibile». Non ci sono canzoni che parlano d’amore nel nuovo album, come faceva invece «La mia realtà», scritta per il film del 2010 di Aldo, Giovanni e Giacomo, «La banda dei Babbi Natale». «In questo disco amore fa rima con orrore - conclude il cantautore - E se le canzoni non ti emozionano , non servono a niente».
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