LA MICROSTORIA / Il ponte alla Specola, l’angelo e Wile Coyote

Ponticello della Specola, una delle delizie di Padova. Capita che un tardo pomeriggio ti ci fermi, ti sporga appena dalla balaustra in ferro battuto e guardi giù....

PADOVA. Ponticello della Specola sul tronco Naviglio del Bacchiglione, una delle delizie di Padova. Capita che un tardo pomeriggio ti ci fermi, ti sporga appena dalla balaustra in ferro battuto e guardi giù. Il cigno si ingozza, due gallinelle d’acqua meditano immobili accanto alla briccola, i pesci fanno i pesci. L’occhio cerca qualche nutria, almeno una di quelle bestiole vabbè infestanti, vabbé invise ai più, vabbé impallinate con licenza sparando, ma così simpatiche e belle da osservare. I minuti passano, i pensieri galleggiano sull’acqua.

Capita, dopo un tot, di percepire una presenza: non un passante, un’intenzione fatta persona. E di sentire, non troppo da vicino, una voce garbata e quasi sussurrante: «Scusi, mi scusi sa. Volevo chiederle come si sente, se va tutto bene». I pensieri ci mettono un po’ a scrollarsi l’acqua di dosso e a capire l’intenzione. «Mi scusi ancora ma l’ho vista china sulla balaustra e con un’espressione così triste. Sa, la vita. A volte è un momento... Mi scusi ancora, non volevo essere indiscreto...».

L’angelo che fa meravigliosa la vita di Frank Capra assieme ai due colleghi sopra Berlino di Wenders erano dei neofiti in confronto a quel signore dal vago accento del sud, avanti con gli anni, gentile. Così gentile e così abituato alla vita e ai suoi saliscendi, da andare dritto al punto. Perché può capitare e capita, ogni giorno capita, che un momento di angoscia si inghiotta un’esistenza. E lui si è preoccupato e semplicemente lo ha chiesto: «Va tutto bene?». Un po’ surreale, un po’ di cuore messo a nudo, un momento di tenerezza da scaldare il cuore per tutto l’inverno. Capita che tu pensi per un momento all’eventualità dell’insano gesto in quel preciso luogo: il fiume è basso, testa conficcata nella melma, gambe dritte fuori, roba che manco Wile Coyote. Poi la breve conversazione termina con un saluto accompagnato da angelico imbarazzo per aver esternato la preoccupazione, e ricambiato da un grazie. Personale e a nome del resto del mondo, dolente o allegro che sia. Coyote compreso.

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