La moglie: «Si è spento fra le mie braccia»

Federica, padovana di 30 anni, parla del proprio compagno morto di tumore. «Non ho rimpianti, è con noi"

PADOVA. «Era un uomo buono e intelligente, umile e coraggioso fino alla fine». È con orgoglio che la moglie di Luca Ometto, Federica, padovana di 30 anni, parla del proprio compagno di vita.

«Si è spento fra le mie braccia quasi senza soffrire, nel nostro letto, come desideravamo entrambi» aggiunge. «Non abbiamo rimpianti, ci siamo detti tutto, abbiamo fatto tutto quello che potevamo e siamo cresciuti insieme per più di sette anni con rispetto e umiltà fin dal primo giorno».

Si erano conosciuti nel 2009, in una delle notti del Chiosco, locale storico dell’estate padovana. «All’epoca avevo solo 21 anni, lui ne aveva 34» ricorda Federica. «Ci siamo guardati a lungo ma lui era un timido e le mie amiche mi hanno fatto notare che il nostro gioco di sguardi poteva nascondere qualcosa di più. Era un uomo bellissimo, ci siamo amati in un attimo e siamo andati a vivere insieme dopo pochi mesi, quasi di nascosto».

Nel luglio 2013, poi, Luca viene colpito da un’emorragia celebrale dalle cause incerte. «Avevamo sperato che fosse una cisti cerebrale, nulla di grave. Ma nell’ottobre di quell’anno l’operazione ha evidenziato che si trattava di un tumore al cervello, un glioblastoma multiforme» continua la giovane moglie. «Da quel momento abbiamo fatto tutte le cure, sentito tutte le campane. Accanto alle cure tradizionali Luca ha deciso di cambiare vita: si è riavvicinato alla fede ed è diventato un vegano convinto, tanto da fondare l’Integraal accanto alla sede di Webster a Limena, un ristorante vegano che era un’altra delle sue creature. Rispettava il suo corpo, faceva lunghe passeggiate con il nostro cane, Frida, l’unica della famiglia che avesse accesso a casa come all’azienda, a differenza di me. Luca me lo ha spiegato tante volte anche se io all’inizio non capivo. Mi diceva: io in azienda sono come tutti, non posso ricevere mia moglie come non lo possono fare gli altri».

Dopo l’operazione il tumore sembrava scomparso e Luca e Federica decidono di sposarsi, il 13 giugno del 2015, il giorno di Sant’Antonio, santo devoto ad entrambi. «Anche nostro figlio, come suo padre, è una roccia» spiega Federica. «Un ragazzo indipendente e coraggioso che Luca ha amato tanto senza mai opprimerlo come ha sempre rispettato la mia personalità e le mie scelte. Non ho rimpianti, Luca è ancora con noi, con la sua forza, la sua umiltà, la sua intelligenza». Nel trasmette le volontà di Luca, Federica ricorda come nel giorno del loro matrimonio invitarono amici e parenti a fare una donazione alla Fondazione Celeghin che sostiene la ricerca scientifica sui tumori cerebrali. «L’abbiamo sostenuta anche noi e Luca rinnoverebbe l’invito anche oggi».

(r.s.)

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