La Regione taglia 8 milioni all'Arpav
Ivana Fogo (Cgil): «Ora è a rischio l'attività ambientale dell'ente»

TAGLI. La Regione dà all’Arpav otto milioni in meno per la gestione dell’ente
La Regione taglia di otto milioni il bilancio dell'Arpav rispetto all'anno scorso. Molti soldi. Una mazzata. Una cifra ingente che di fatto blocca le attività dell'ente visto che il resto dei soldi che beneficia serve in modo prevalente per pagare gli stipendi dei dipendenti. Ovvia la preoccupazione dei sindacati e non solo: in pericolo potrebbero esserci addirittura le verifiche ambientali.
«Se, come pare questo ridimensionamento è confermato, la gestione annuale di Arpav si riduce a 49 milioni di euro - sottolinea preoccupata Ivana Fogo della segreteria regionale Fp Cgil - e servirà a pagare quasi unicamente gli stipendi del personale dipendente. Non ci saranno, cioè, le risorse economiche per finanziare le molteplici e fondamentali attività di Arpav che sono gli obiettivi istituzionali per cui è stata istituita questa agenzia regionale, dopo il referendum del 1993 e la Legge 61/1994. E' bene che tutti i cittadini sappiano che la mission di Arpav, come di tutte le Arpa, è la prevenzione integrata ambiente-territorio-salute». La legge regionale istitutiva sancisce che l'Arpav opera per la prevenzione e la promozione della salute collettiva, nell'individuazione e nella rimozione dei fattori di rischio per l'uomo e l'ambiente. I dipendenti controllano l'aria, le acque, i rifiuti, il suolo, gli agenti fisici, supportano la magistratura e le forze di polizia nell'individuazione dei reati ambientali. Oltre ad occuparsi delle previsioni meteorologiche, delle analisi sugli alimenti, della potabilità delle acque e delle diossine e di molto altro. «La nostra grande preoccupazione - aggiunge Fogo - è che la drastica riduzione del finanziamento regionale, non consenta da subito di garantire i precari impiegati nei progetti e che senza fondi per i materiali, per la manutenzione degli strumenti, per la benzina per i veicoli, l'Agenzia non riesca nemmeno più a fare i controlli previsti dalle leggi con ricadute pesanti per il territorio. Abbiamo chiesto un incontro con gli assessori alle Politiche sanitarie e all'Ambiente per avere spiegazioni». (c.bel.)
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