La scelta di Menorello «Esco dalla maggioranza»

Claudio Baccarin
Archiviata la campagna elettorale, e in attesa di vedere all’opera, i venti padovani che sono stati mandati in Parlamento dagli elettori, torna la politica locale. A cominciare dal parlamentino municipale, che si riunisce stasera.
Scelta civica pronta a costituirsi come partito.
Non sarà stato il boom che qualcuno si era immaginato tra Natale e Capodanno, ma la lista montiana, al debutto in città, ha dimostrato di esserci: 15.764 voti alla Camera (il 12,49%), 15.771 (il 13,38%) al Senato. Consensi sottratti soprattutto al Popolo della Libertà. Ora Scelta civica deve darsi una struttura organizzativa, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali del 26-27 maggio (si vota ad Albignasego, Casalserugo, Codevigo, Galzignano, Maserà, Mestrino, Piove di Sacco, Santa Margherita d’Adige, Solesino, Villanova di Camposampiero). Sabato lo stato maggiore del costituendo partito si è riunito al Crowne Plaza per fare il punto della situazione. Dopo la cacciata dell’assessore Domenico Riolfatto, che la presidente della Provincia Barbara Degani ha formalizzato pochi minuti prima dello spoglio, a Palazzo Santo Stefano potrebbe costituirsi il gruppo consiliare dei montiani. «La revoca delle deleghe a Riolfatto», scandisce Domenico Menorello, già transitato al gruppo Misto, «è stato un fatto gravissimo. Non credo di potermi più considerare in maggioranza». Va sottolineato che Menorello non ha perso tutte le speranze di entrare in Parlamento: l’assegnazione provvisoria dei seggi aveva infatti attribuito tre deputati a Scelta civica nella circoscrizione Veneto 1, ma la compensazione attuata a livello nazionale li ha ridotti a due (con pass per Ilaria Capua e Stefano Quintarelli). E in municipio anche Filippo Marchioro potrebbe uscire dal Pdl.
Il Pdl festeggia ma fa i conti con il calo dei consensi.
Grande soddisfazione tra i berlusconiani padovani, che sono riusciti a mandare in Parlamento Giancarlo Galan, Piero Longo, Lorena Milanato, Niccolò Ghedini, Marco Marin e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Ma in città il calo dei consensi è palpabile (21.151 suffragi, pari al 16,75%). L’annuncio della candidatura di Alberto Salmaso con i Moderati in Rivoluzione di Gianpiero Samorì aveva determinato il “ribaltone” alla guida del gruppo, con l’ascesa di Antonio Foresta. Ma Salmaso fa ancora parte del Pdl? «Certo», risponde l’ex capogruppo, «il partito non mi ha mandato nessuna comunicazione ufficiale. Rilevo però che, a parte la novità dell’elezione di Marin, al quale faccio i miei auguri, la squadra in Parlamento è sostanzialmente quella di vent’anni fa. Ora Marco è coordinatore cittadino, consigliere comunale e senatore. Penso però che sarà difficile anche per lui svolgere bene tre incarichi complessi». Di sicuro, con Marin a Roma, aumenterà la mole di lavoro per il suo vice Rocco Bordin.
Chi entrerà in giunta al posto dell’onorevole Zan?
Se Nichi Vendola manterrà l’impegno di optare per un’altra circoscrizione, l’assessore Alessandro Zan sarà il 15 marzo a Montecitorio a rappresentare Sel alla prima seduta della Camera. A quel punto si aprirà la partita per la successione in giunta: in corsa ci sono Marina Mancin, consigliere comunale, e Maria Teresa Di Riso, che non ha ottenuto l’elezione a Palazzo Madama. Se fosse la Mancin a ereditare le deleghe all’Ambiente e al Lavoro, in Consiglio comunale le subentrerebbe Elena Ostanel, che nel 2009 raccolse 91 preferenze.
L’Italia dei Valori resta in giunta ma il partito è da rifondare.
La dote elettorale dell’Italia dei Valori, che esprime due assessori, si è annacquata nel 2,09% (2.638 voti) raccolti da Rivoluzione civile.
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