La scuola veneta a settembre cambia pelle, ecco le nuove regole

VENEZIA. La Conferenza delle Regioni e il governatore Zaia dicono “no” ai pannelli in plexiglass per separare i banchi scolastici a settembre, come proposto dal presidente Conte e dalla ministra Azzolina. Dopo l’approvazione definitiva del Decreto scuola, il prossimo passo sarà l’elaborazione delle linee guida per un rientro nelle aule in sicurezza. Una bozza di protocollo, in realtà, esiste già: le indicazioni del comitato tecnico-scientifico, pubblicate il 28 maggio. Indicazioni di massima che in realtà dipingono una scuola che non c’è. La regola numero uno è il distanziamento interpersonale di almeno un metro, ma come fare in aule che contengono fino a 28 - 29 studenti? Per questo il numero di alunni dovrebbe essere ridotto della metà.

Eppure proprio in queste settimane, nonostante il “faro” sia il divieto di assembramento, i dirigenti veneti stanno formando le classi per il prossimo anno scolastico, sulla base delle indicazioni degli uffici scolastici regionale e provinciali, ancora fermi ai criteri pre Covid. E quindi classi delle scuole per l’infanzia con un minimo di 18 e un massimo di 26 alunni, alla primaria dai 15 ai 26, alla secondaria di primo grado dai 18 ai 28 e alla secondaria di secondo grado da 27 a 30. Ed ecco l’altro paradosso, gli accorpamenti di classi "troppo poco" numerose, in barba a qualsiasi norma anti assembramento.
Lo sciopero di oggi
È questo uno dei motivi per i quali Cgil, Cisl, Uisl, Snals e Gilda hanno proclamato uno sciopero per oggi, giornata di scrutini. «Appunto» il commento eloquente di Zaia, mentre l'assessora Donazzan continua a parlare di «messaggio diseducativo». Docenti, dirigenti e studenti si incontreranno alle 10 in piazza Ferretto, a Mestre, chiedendo una riduzione del numero di alunni per classe, l’assunzione a tempo indeterminato dei “precari storici” con un concorso per titoli e più risorse per la scuola. Parlando della carenza di insegnanti, dei 52.392 docenti "comuni" attualmente impiegati nelle scuole della nostra regione, due su cinque sono precari, con un contratto “stracciato” a fine anno. Un’emorragia destinata ad aggravarsi, con i 1.700 pensionamenti previsti a settembre, a cui non corrisponderà l’attesa assunzione a tempo indeterminato di 12.851 precari, con i concorsi ordinario e straordinario rimandati al prossimo anno scolastico. Insegnanti, tutti, a cui è andato ieri il plauso di Zaia.

«L’immagine è di una nave che non governa» ha detto il governatore. «Se la didattica a distanza ha funzionato lo dobbiamo ai professori, soprattutto della scuola dell’obbligo, che si sono rimboccati le maniche, senza strumentazioni e senza una regia. E poi lo dobbiamo alle famiglie, che hanno fatto di tutto per consentire agli studenti di studiare». Quindi, come torneranno i ragazzi nelle scuole a settembre? Anzi, i ragazzi torneranno a scuola a settembre? Perché, sebbene l’indicazione sia questa, sono diversi i dirigenti veneti pronti ad alzare bandiera bianca di fronte alle richieste «inattuabili» di distanziamento interpersonale, posto che l’idea del plexiglass, seppur alternativa all’obbligo della mascherina, non piace. Nelle scuole si potrà entrare con una temperatura corporea non superiore ai 37.5 gradi, ma non è chiaro se all’ingresso degli istituti saranno posizionati dei termoscanner. Difficile, se si considera che già alla Maturità si procederà con le sole autocertificazioni.

I dispositivi
Altro tema riguarda i dpi. Le mascherine dovrebbero essere obbligatorie per gli insegnanti e per i ragazzini con un’età superiore ai 6 anni, e c’è chi parla di visiere per tutelare i più deboli. Ma la regola principale rimane il distanziamento di un metro: negli scuolabus, nelle aule, nei laboratori, nei corridoi, nelle mense. Anche per questo i dirigenti potranno organizzare l’orario scolastico con flessibilità. Tra le ipotesi più accreditate, lo scaglionamento di ingressi e uscite, quindi dell’inizio e della fine delle lezioni. Attuabile senza grossi problemi alla primaria, ma come fare nelle secondarie, dove lo stesso insegnante può avere fino a 9 (se non 18, il professore di religione) classi diverse? Lì la rotazione è quasi impossibile. Altra bizzarra previsione è che siano gli studenti a spostarsi tra le aule e non i docenti, pur se questo porterebbe a importanti movimenti che faticano a conciliarsi con il divieto di assembramenti. Per le lezioni saranno privilegiati i luoghi spaziosi, magari laboratori e aula magna, ma si parla persino della possibilità di affittare cinema, musei e teatri. Mentre le attività motorie, laddove possibile, saranno all’aperto. Nei corridoi e negli atri verranno creati percorsi “anti assembramento”, anche tramite segnaletica, utili durante la ricreazione. Momento che, analogamente alla previsione di ingressi e uscite scaglionati, potrebbe essere a turni, proprio come il pasto nelle mense. Il tutto ovviamente sarà accompagnato a sanificazioni extra, previsione che tuttavia si scontra con i continui tagli fatti al personale Ata negli ultimi anni.
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