La sorella: «Rapporti tesi, ce l’aspettavamo»

«C’erano ostilità frequenti tra loro, qualcosa doveva capitare». Cancelli chiusi in ditta dopo la tragedia
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PANIFICIO SARTORATO
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DUE CARRARE. Parlare di possibile tragedia annunciata, in casi come questi, è sempre inopportuno e forse fin troppo scontato, ma è sicuramente lecito dire che qualche tensione tra Gianni e Simone Sartorato, padre e figlio, si respirava nell’aria da tempo. Lo conferma indirettamente la figlia di Gianni, che interpellata ieri sulla vicenda si è limitata a dire: «Purtroppo sapere del litigio non è una cosa che mi stupisce e ci si aspettava che potesse capitare qualcosa. I rapporti tra mio padre e mio fratello erano sicuramente molto tesi». La stessa familiare, che ha preferito trincerarsi nel silenzio, ha assicurato che i tre protagonisti dell’aggressione non rischiano la vita. L’episodio ha comunque raccolto apprensione e sorpresa da parte di vicini di casa e compaesani di Gianni Sartorato, stimato imprenditore che vive in via Marsilio da Carrara a Due Carrare. Qualcuno ieri, ignaro di quanto accaduto poche ore prima, si è presentato al campanello della fabbrica di via Bolzani, quella in cui si è consumato l’accoltellamento, trovando di fatto cancello e porte chiuse. Il panificio industriale di via Bolzani si trova all’estremità nord della zona industriale di Maserà di Padova, isolato rispetto al resto delle altre aziende di via Bolzani. I vicini, ieri mattina, si sono accorti della bagarre solo grazie al passaggio dei carabinieri e delle ambulanze. Nessuno ha voluto commentare l’accaduto, anche vista la riservatezza dei diritti interessati. Gianni e Simone lavorano assieme da ormai ventisette anni e da dieci hanno avviato l’attività di Maserà - in aggiunta allo storico negozio in centro a Padova - affiancando alla produzione, appena due anni fa, anche la rivendita al pubblico.


Nicola Cesaro


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