La summa su Cecchinel e la sua parola scoscesa

Raccolti in un volume gli interventi del convegno dedicato al poeta di Revine Lago. Martedì la presentazione a Venezia

VENEZIA. Viene presentato martedì 2 aprile alle 15,30 nell’Aula San Trovaso dell’Università Ca’ Foscari in Campo San Basilio a Venezia il libro “La parola scoscesa - Poesia e paesaggi di Luciano Cecchinel”, edito da Marsilio, 229 pagine, 24 euro. Ci saranno i professori di letteratura italiana Pietro Gibellini, Rolando Damiani e Rino Cortiana, docente di letteratura francese, oltre a Luciano Cecchinel, alla cui opera l’università veneziana aveva dedicato un’intera giornata di studio nel 2009. Curato da Alessandro Scarsella, docente di lettere comparate a Venezia, il libro raccoglie gli interventi che, proprio in occasione del convegno su Cecchinel, scandagliarono a fondo, in un susseguirsi di interventi e singolari angolazioni di lettura, l’opera del poeta di Revine Lago. Nel libro ci sono gli interventi del Rettore di Ca’ Foscari Carlo Carraro, del Coordinatore del Dipartimento di Italianistica e Filologia Classico-medievale Pietro Gibellini, del Direttore del Dipartimento di Studi di Linguistici e Culturali Comparati Flavio Gregori. Seguono le testimonianze di Mario Rigoni-Stern, che scrive che Cecchinel ha “ il vero dono del poeta: testimoniare e rendere veri tempi e luoghi nella loro essenza storica”, di Massimo Cacciari che dice che “versi così affilati e disperati” crede di “non averli mai incontrati”e di Andrea Zanzotto che parla di “sigillo di sempre inaspettate novità” e di “creatività davvero rara”. Fra i saggi iniziali quelli di Tiziano Zanato, preside del Dipartimento di Italianistica e Filologia Romanza di Ca’ Foscari, che individua nella poesia dell’autore un’“epopea dei poveri e dei giusti”, di Clelia Martignoni, professoressa ordinaria presso l’Università di Pavia e di Martin Rueff, professore presso l’Università di Ginevra che percorrono tutto il tragitto creativo dell’autore, mettendone in rilievo il plurilinguismo. Gian Mario Villalta, narratore, poeta e critico, centra la sua attenzione sull’opera di esordio, Al tràgol jért. Così i poeti Marco Boscarato e Alessandra Pellizzari. Gli interventi dei dottori di ricerca Federica Benedetti e Matteo Giancotti mettono a fuoco le motivazioni profonde della poesia di Cecchinel, rapportandola a dati biografici e testimonianze rese dall’autore. Ci sono poi le relazioni di carattere complessivo di Giovanni Turra e Matteo Vercesi. Su Perché ancora e Le voci di Bardiaga gli interventi di Roberto Nassi, Francesco Carbognin e Filippo Secchieri. Edda Serra, direttrice del Centro Biagio Marin di Grado e Francesca Seaman, docente presso la Depauw University dell’Indiana (Usa), riservano la loro attenzione a Lungo la traccia, il resoconto poetico del pellegrinaggio statunitense di Cecchinel, figlio di madre italoamericana. Nell’analisi conclusiva, il professor Scarsella sottolinea come l’attenzione a temi di matrice civile, dall’emigrazione alla seconda guerra mondiale, nonché la ricostruzione di una lingua morta come rivolta contro il mondo postmoderno e ripudio delle sue crudeli priorità materiali, rendono la parola “scoscesa” di Cecchinel inattesa chiave d’accesso a verità umane che non devono cadere in oblio. Luciano Cecchinel è reduce da una serie di seminari in alcune università: a Bologna col professore di Filologia Romanza Luciano Formisano, a Pavia coi professori Cesare Segre e Clelia Martignoni e a Ca’ Foscari coi professori di Letteratura Italiana Rolando Damiani e Franco Gibellini e col docente di Letteratura Francese Rino Cortiana. Cesare Segre, considerato il massimo critico letterario italiano, nella vasta presentazione a “Sanjut de stran”, uscito nel 2012, afferma che “con Cecchinel siamo ai livelli più alti della poesia”, definendo altresì il poeta “grande artista ma anche grande artefice”.

Antonio Menegon

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