L’agricoltura aiuta a riscattarsi

SELVAZZANO. Alessandro Tosato, 42 anni di Abano, lavorava in una ditta di areomodellismo, ha costruito droni finché la crisi gli ha spazzato via il lavoro. Ora cerca una nuova opportunità nel tirocinio in una cooperativa agricola, occupandosi di orti e allevamenti bio. Mauro Geron, padovano di 56 anni, è il "decano" del corso: dopo 35 anni da impiegato amministrativo ha deciso di mettere a frutto il diploma di perito per il turismo e ora farà uno stage nella navigazione fluviale: «Non ho mai perso la passione per i viaggi, ora la voglio mettere a frutto». Il più giovane è Giacomo Bettio, 35 anni, di Selvazzano, una laurea con lode in tecnologie alimentari: andrà in Abruzzo per sviluppare la sua start-up sull'allevamento delle asine per la produzione di latte. Sono alcuni dei protagonisti di "Work Experience", il percorso formativo ideato da Coldiretti Veneto, in collaborazione con l'associazione Rete Lavoro Solidale, per offrire una possibilità di ricollocazione in agricoltura a disoccupati fra i 30 e i 50 anni di età. I corsisti stanno frequentando le 120 ore di lezioni teoriche, poi le 800 ore di tirocinio (con un rimborso di 3 euro l'ora) in aziende agricole e realtà cooperative nel turismo rurale, con la prospettiva di continuare a lavorare in azienda o di aprire una propria attività. Ecco allora che Marta Elementi, 52 anni, ex dipendente di un'azienda di arredamento per ufficio, ha messo a frutto un precedente corso di pasticceria e ora sarà impiegata nell'agriturismo Palazzetto Ardi di Gambellara. Carlo Finotti, 48 anni e una laurea in giurisprudenza, dopo un passato da agente di commercio ora scommette sulla consulenza in agricoltura: «Ho cercato un percorso non convenzionale, fuori dagli schemi, con la prospettiva di costruirmi un'opportunità concreta». Angelo Sarmi, 52 anni, perito agrario, cercherà una nuova strada nella prima fattoria solidale regionale "Pachamama". Paolo Brocca, 51 anni, dopo trenta trascorsi in fabbrica inizia la sua nuova vita nella cooperativa Piccola Città occupandosi di orti. Il corso è finanziato dalla Regione attraverso il Fondo sociale europeo e fa dell'agricoltura un "bacino" per la ricollocazione di lavoratori che il mercato tradizionale tende a escludere. «Con l'agricoltura sociale» aggiunge Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Veneto «nasce un nuovo modello di welfare che vede gli operatori della campagna protagonisti con progetti dedicati ai soggetti più vulnerabili. Diamo una mano a valorizzare le persone e le professionalità rimaste finora inespresse, offrendo loro una possibilità di riscatto».
Nicola Stievano
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