L'andrologo Foresta: lo smog riduce la virilità maschile

PADOVA. L’inquinamento sta compromettendo la mascolinità e la fertilità dei giovani. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio condotto dal gruppo di ricerca dell’Università di Padova, coordinato da Carlo Foresta, professore di Endocrinologia dell’Università di Padova e coordinatore della Rete Endocrinologica Veneta, in collaborazione con Andrea Garolla e Andrea Di Nisio. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Human Reproduction.
Dallo studio, che ha coinvolto quasi mille ventenni del Veneto, si è scoperta una riduzione della produzione degli spermatozoi (-18 per cento rispetto ai giovani di 15 anni fa) e una variazione delle strutture corporee, che sono indice di un alterato equilibrio degli ormoni testicolari. Il 36 per cento dei giovani presenta infatti un’apertura delle braccia superiore alla media, che è indicativa di un’alterazione nelle proporzioni antropometriche, tipicamente associata al ruolo degli ormoni sessuali nello sviluppo del maschio.
Ma la scoperta choc riguarda una riduzione delle dimensioni del pene: -0.9 cm rispetto ai giovani di 15 anni fa, ma anche dei testicoli. Il 23 per cento dei giovani analizzati mostra un volume testicolare inferiore ai 12 cc, considerato come valore soglia di normalità. Non solo, per la prima volta è stata misurata la distanza ano-genitale: si tratta di un indicatore clinico che è determinato dalla impregnazione androgenica nel maschio durante lo sviluppo fetale.
Pertanto, una riduzione della produzione di ormoni testicolari dell’embrione comporta una riduzione della distanza ano-genitale (nelle donne, mancando gli ormoni testicolari, la distanza ano-genitale è infatti molto ridotta) riscontrata nei giovani analizzati, che si associa ad una riduzione del numero di spermatozoi e delle caratteristiche di mascolinizzazione come l’apertura delle braccia, il volume testicolare e le dimensioni del pene.
Tutti questi segni - spiega Foresta - depongono per una interferenza da parte dei composti chimici ambientali sulla attività degli ormoni testicolari nel maschio. Queste interferenze possono manifestarsi sia durante lo sviluppo della fase embrionale che durante la fase adolescenziale fino all’età adulta, portando quindi a possibili conseguenze negative sul potenziale di fertilità dei giovani uomini«.
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