L’assuntore di benzodiazepine non emerge

È praticamente impossibile che un assuntore abituale di benzodiazepine (il principio attivo del farmaco antidepressivo a cui l’investitrice è risultata positiva alle analisi) arrivi all’esame della...

È praticamente impossibile che un assuntore abituale di benzodiazepine (il principio attivo del farmaco antidepressivo a cui l’investitrice è risultata positiva alle analisi) arrivi all’esame della Commissione medica locale patenti, l’organismo deputato a valutare l’idoneità alla guida di particolari tipologie di utenti. È questo almeno il parere dei professionisti interpellati sul quesito. Un automobilista che fa uso frequente di questi farmaci, peraltro comuni e si dice utilizzati regolarmente o occasionalmente da almeno un terzo della popolazione, è sottoposto semplicemente a un’autodichiarazione al momento della visita legale per il rinnovo della patente. La visita stessa, se non accompagnata dall’ammissione del paziente, difficilmente può far venire a galla eventuali problematiche legate all’uso di psicofarmaci. Diverso è invece il discorso se l’assuntore di psicofarmaci è stato ricoverato o trattato in un Centro d’igiene mentale o in un reparto di Psichiatria: in questo caso il medico che lo ha in cura è tenuto a compilare una segnalazione che arriva anche alla Commissione provinciale per il rilascio della patente. Che, successivamente, sottopone l’automobilista a una visita e indica eventuali divieti e prescrizioni. Si tratta, in ogni caso, di procedimenti molto rari. (n.c.)

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