Lavoratori licenziati alla Artoni, trattativa fallita: resta il presidio ai cancelli

PADOVA. Il picchetto dei lavoratori licenziati da Artoni resta davanti ai cancelli. E' andato male l'incontro in Prefettura tra l'azienda di trasporti, le cooperative a cui era affidata la gestione del magazzino di via Inghilterra 8 e una delegazione dei 41 lavoratori senza lavoro dal 23 dicembre, difesi dal sindacato Adl Cobas, che ha chiesto la riassunzione dei licenziati alle precedenti condizioni contrattuali. Artoni, dopo aver esposto le difficoltà e i danni economici sorti a causa del picchetto, che si protrae dal 30 dicembre, ha invece espresso l'intenzione di riorganizzare il servizio avviando una selezione di nuovi lavoratori tramite agenzia interinale.
Posizioni inconciliabili, che hanno fatto saltare la trattativa dopo tre ore di confronto. L'incontro davanti al viceprefetto Antonella Reina è iniziato alle 11.30, mentre una trentina di lavoratori presidiava piazza Anternore con cartelloni, stricioni e volantini. Nonostante i tentativi di mediazione, da parte del corriere espresso con sede a Reggio Emilia non c'è stata apertura alle richieste sindacali. «Artoni Trasporti», scrive l'azienda, «dopo aver ricevuto alcuni mesi fa disdetta del contratto da parte del Consorzio Sicurint Group, che aveva affidato alla Cooperativa Emmegierre la commessa per la gestione di alcuni servizi, ha deciso di avviare in modo autonomo le procedure di assunzione di personale per i servizi di facchinaggio e magazzino relativi alla propria filiale di Padova. Per Artoni Trasporti si tratta quindi di una scelta organizzativa aziendale che mira a consolidare posti di lavoro nell’area padovana e al tempo stesso a garantire la massima qualità del servizio ai propri clienti».
Diametralmente opposto il punto di vista dei lavoratori, lasciati a casa l'antivigilia di Natale dopo anni di servizio nel magazzino Artoni di via Inghilterra per conto di varie cooperative. «La loro proposta è togliere il presidio e far ripartire il magazzino con nuovi lavoratori internali, poi si vedrà se riassumere qualcuno. E' evidente che non possiamo accettare e non ci muoveremo di un passo» ha spiegato Marco Zanotto, di Adl Cobas. Nel corso dell'incontro Artoni ha spiegato di voler riorganizzare il servizio di facchinaggio e magazzino, assumendo 23 lavoratori a tempo pieno e 16 part-time. «L'azienda ha tutto il diritto di decidere come organizzarsi ma non si capisce perché non ripartire da chi lavorava già qui, invece che cercare degli interinali", ribadisce Zanotto, "Oltretutto affermano di voler migliorare la qualità del servizio quando licenziano lavoratori già qualificati per assumere persone senza esperienza. Il fatto è che i primi avevano un contratto dignitoso mentre i secondi si possono pagare meno e in quanto interinali sono molto più ricattabili».
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