L’azienda «Ripristinata la legalità»

«L’intervento odierno delle forze dell’ordine aveva l’unico scopo di ripristinare la legalità e vedere riconosciuto il diritto di Artoni Trasporti di riprendere regolarmente la propria attività...

«L’intervento odierno delle forze dell’ordine aveva l’unico scopo di ripristinare la legalità e vedere riconosciuto il diritto di Artoni Trasporti di riprendere regolarmente la propria attività lavorativa». Lo scrive in un comunicato diffuso ieri la Artoni Trasporti spa, in cui il corriere espresso racconta la sua versione della vertenza.

«In più occasioni abbiamo incontrato le organizzazioni sindacali accogliendo le richieste avanzate, formalizzate in note inviate alla Prefettura di Padova ed in un verbale di accordo sottoscritto in data 8 Febbraio con la Filt Cgil di Padova», scrive la ditta, «Artoni Trasporti ha rispettato in tutte le sue parti l'accordo di cui sopra, onorando gli impegni assunti in sede di Prefettura. Non solo, se non fosse stata nuovamente interrotta illegalmente l'attività della filiale, avremmo anticipato le 5 assunzioni previste per la fine del mese di maggio alla fine del mese di febbraio».

«Nonostante il puntuale rispetto degli impegni assunti, la filiale di Padova della Artoni Trasporti è stata nuovamente bloccata senza alcun reale motivo», ribadisce l'azienda.

Poche settimane fa era stato il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin, a invocale le misure forti contro la “protesta senza regole”. Pavin aveva chiesto al prefetto Patrizia Impresa l'apertura di un tavolo sulla questione dei blocchi organizzati da Adl Cobas, che da agosto 2013 hanno in più occasioni impedito il transito dei mezzi di trasporto.

Il più esteso di questi blocchi si è tenuto all'Interporto la sera dell’8 dicembre, con centinaia di lavoratori, paralizzandone le attività. Pavin aveva sottolineato anche il rischio che importanti operatori della logistica lasciassero la zona industriale, come aveva pensato di fare anche Artoni. L'allarme è poi rientrato ma a Padova la questione è rimasta tesa, perché ad inizio febbraio Adl Cobas e gli ex facchini di Artoni hanno ripreso il picchetto. Per Pavin, la goccia che ha fatto traboccare il naso. «Dobbiamo purtroppo constatare che una minoranza di persone sta portando la protesta in un contesto senza regole e senza controllo». (si. va.)

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