«Le analisi dell’Arpav sono assai preoccupanti»
Gli ambientalisti rileggono i risultati “tranquillizzanti” dei test sul terreno «Sul monte Ricco c’è tanta diossina quanto intorno all’inceneritore di Camin»

PERNUMIAN ph. Zangirolami Monselice (PD), 22.11.2017, Intervista agli abitanti delle zone limitrofe alla cementeria ai piedi del Monte Ricco a Monselice, Nella Foto: Vista della Cementeria di Monselice che spicca tra la vegetazione
MONSELICE. Gli esiti degli accertamenti svolti sul monte Ricco il 28 novembre scorso da Arpav non sono affatto rassicuranti. A dirlo è Idea, associazione senza scopo di lucro che si occupa di divulgazione etica ambientale, a cui il comitato Lasciateci Respirare ha commissionato una valutazione del report dell’agenzia ambientale regionale. «Arpav ha prelevato tre campioni: nei pressi del parcheggio della scuola Cini, in un’area privata destinata a coltivazione e in un’area verde di via Rivella, nella frazione di Monticelli. I primi due sono stati scelti perché i terreni sono esposti alle emissioni dell’unico impianto industriale presente nelle vicinanze (la cementeria di Monselice), il terzo invece come “bianco”, cioè per effettuare un confronto» spiega l’ingegner Stefano Luciani «I dati rivelano che i valori di microinquinanti cancerogeni dei primi due campioni sono sensibilmente superiori a quelli di Monticelli, dove le concentrazioni risultano sostanzialmente nulle». La relazione di Arpav evidenzia che i livelli di due componenti di idrocarburi policiclici aromatici nell’area della scuola, risultati superiori ai limiti, sono influenzati dalla vicina presenza del parcheggio. «La correlazione è tutta da dimostrare», afferma l’ingegnere, «Anche i valori riscontrati nella coltivazione, pur essendo sotto la soglia di contaminazione, sono comunque significativi e superano abbondantemente le soglie di attenzione. Inoltre segnaliamo come diossine e furani trovati nel monte Ricco, che è area Sic (Sito di interesse comunitario, perché all’interno del Parco Colli Euganei), siano sovrapponibili alle quantità presenti nella zona dell’inceneritore di Camin».
Intanto il dottor Federico Grim, autore dello studio che lo scorso novembre ha messo in luce la presenza elevata di inquinanti nel corpo della gallina ruspante del monte Ricco, a proposito dell’analisi svolta chiarisce: «Ecoscreen ha preparato il campione e l’ha spedito alla multinazionale Sgs, leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica, analisi e certificazione, il cui laboratorio di riferimento per le diossine, accreditato ISO 17025, si trova in Belgio. Questo non è un elemento negativo, ma anzi ulteriore garanzia di terzietà e indipendenza». Chiude Miazzi: «Contro di noi è stata portata avanti una campagna denigratoria. Dal momento che è in gioco la salute pubblica, invitiamo le autorità ad approfondire seriamente la questione, evitando conclusioni superficiali o affrettate, e a valutare la possibilità di svolgere indagini in parallelo con noi».
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