«Le mura devono passare al Comune»
MONTAGNANA. Sarà il Comune di Montagnana il nuovo proprietario delle mura della città? «Federalismo demaniale» è stata la parola d’ordine del convegno organizzato venerdì scorso dall’associazione “Montagnana a colori”. «Se le mura che circondano la città diventassero di proprietà del Comune» spiega l’onorevole democratica Giulia Narduolo della commissione Cultura alla Camera dei Deputati, «il loro restauro e la loro valorizzazione potrebbero essere gestiti in modo più rapido ed “ottimizzato” grazie alle opportunità fornite dai finanziamenti privati».
In base al decreto legislativo 85 del 2010, l’Agenzia del Demanio può infatti trasferire immobili e aree di sua proprietà ai Comuni che fanno richiesta di trasferimento a titolo non oneroso. «È fondamentale investire in una buona progettualità» afferma l’avvocato Matteo Mardegan, il candidato a sindaco del gruppo “Montagnana a colori”, «perché lo Stato concede l’uso del bene al Comune solo sulla base di un progetto specifico di valorizzazione».
Prendendo spunto dai 900 mila euro di finanziamento ottenuti dal Ministero per i Beni e le attività culturali, durante l’incontro si sono valutate le potenzialità che la cinta ha dal punto di vista non solo storico-culturale, ma anche come volano per l’economia, il turismo e la crescita sociale. «Ho incontrato l’altro giorno a Venezia la Sovrintendenza» spiega Narduolo, «che ha in gestione il progetto di consolidamento delle mura e ho saputo che verranno messi in sicurezza i due manufatti maggiori, ovvero Porta Vicenza e Porta Legnago, e forse un tratto della cinta che le collega. Non sarà possibile con questo finanziamento cimentarsi in altre opere di valorizzazione del bene, ma con il trasferimento al Comune si potrà accedere alle raccolte fondi dell’Art Bonus. Questo credito d’imposta del 65% riservato a chi decide di donare fondi per restaurare e valorizzare beni e luoghi della cultura potrebbe agevolare, ad esempio, la ricostruzione di un tratto del camminamento di ronda che collega Porta Vicenza a Porta Legnago sul modello della cinta muraria di Cittadella».
Non solo, grazie al federalismo demaniale, la cinta muraria di Montagnana potrebbe aprirsi all’europrogettazione, accedendo così ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Durante la tavola rotonda sono state poi messe in evidenza le incapacità che la Regione Veneto e l’Italia in generale dimostrano nella gestione di un patrimonio culturale così considerevole.
Camilla Bottin
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