Le piastrelle anti-cadute salvano i tigli di Mestrino

MESTRINO. I tigli di via Toscanini sono salvi: sopravvivranno grazie alla soluzione che sarà adottata per asfaltare il marciapiede, che lascerà libere le loro radici grazie a delle bettonelle drenanti che circonderanno le piante. Cinque comunque saranno abbattuti in ogni caso, perché la loro posizione pregiudica la sicurezza dei pedoni e degli automobilisti. L’ipotesi del taglio dei tigli di via Toscanini (che erano stati piantati negli anni Ottanta) era stata valutata per la necessità di sistemare i marciapiedi senza veder vanificato in un paio d’anni il lavoro per il movimento delle radici, le quali avevano talmente sconnesso il marciapiede da causare la caduta di almeno tre persone, che avevano chiesto i danni al municipio. L’ipotesi di questo taglio era stata denunciata anonimamente da un cittadino tramite un biglietto spedito al consigliere del Movimento 5 stelle, Flavio Pinton. «In realtà non mi ero rassegnato all’idea di dover tagliare tutti gli alberi», fa sapere il sindaco di Mestrino, Marco Valerio Pedron, «sebbene mi fosse stata prospettata come soluzione inevitabile. Pertanto, fin da quando mi hanno preventivato questa ipotesi, ho cercato a lungo l’alternativa più adatta. Alla fine, trovato un agronomo esperto in alberi d’alto fusto, Giacomo Guzzo, ho eseguito un sopralluogo con lui e, dopo aver analizzato lo stato di ogni singola pianta, abbiamo studiato le possibili soluzioni che non pregiudicassero la loro sorte. È stata infine adottata questa idea di sistemare i marciapiedi in maniera più flessibile, che garantisca la sopravvivenza alle piante e la piena fruibilità dei marciapiedi. Inevitabilmente, però, ne dovremo tagliare cinque: uno all’inizio della via, gli altri in corrispondenza di alcuni passi carrai».
Le bettonelle, in quanto mobili, qualora fossero spostate dalle radici, verrebbero rimosse, si sistemerebbero le radici in qualche modo e poi sarebbero riposizionate nuovamente. In questo modo l’albero avrà il suo spazio, ma senza che il movimento radicale vada a deformare il manto del marciapiede, la cui ampiezza verrà leggermente ridotta appunto per consentire di creare questa area di respiro attorno alle piante.
«Questa soluzione avrà il vantaggio di essere anche maggiormente economica», conclude Pedron, «ma soprattutto rispettosa del nostro territorio e del nostro patrimonio arboreo».
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