«Leggi assurde, cambiatele»

Simoncello (Usl 16): tre mesi d'attesa, vincoli imposti da Roma
Lunghe attese. Disagi per rinnovare la patente.
Lunghe attese. Disagi per rinnovare la patente.
 «Non ho fatto un incidente in sessant'anni», «Non faccio più dei 50 all'ora e vado al massimo da casa alla chiesa»: sono le motivazioni più frequenti che gli ultraottantenni presentano a corredo degli esami clinici per ottenere il rinnovo della patente. Pratica, quest'ultima, che da settimane sta mettendo in crisi il reparto di Igiene pubblica dell'Usl 16 dove si registrano numerosi disagi. Nei pomeriggi in cui si riunisce la commissione provinciale la sede di via Ospedale 22 è gremita di anziani che, spaesati e spesso provati da lunghe attese, reclamano il loro diritto a poter continuare a portare l'auto. I disagi cui vanno incontro, del resto, non sono che il prodotto di una normativa emanata a livello nazionale e calata a livello locale senza evidentemente tener conto delle conseguenze. Prove tecniche di federalismo mal riuscito. Il perché lo spiega la dottoressa Ivana Simoncello, responsabile del servizio di igiene pubblica dell'Usl 16: «La commissione medica locale è istituita dal Ministero dei trasporti che impone sia collocata nell'Usl dei capoluoghi di provincia. Anche volendo non potremmo prevedere delle commissioni distaccate. Se potessimo disporre di più personale potremmo convocare più commissioni alla settimana, attualmente sono tre, e le pratiche verrebbero evase in tempi più ristretti. Oggi l'attesa è di circa tre mesi. Spesso però gli stessi anziani - non risparmia la dottoressa - fanno la loro parte per aumentare i disagi: arrivano alle dieci quando hanno appuntamento alle due del pomeriggio, spesso si fanno accompagnare e si affollano su una sola delle sale d'attesa perché nessuno si ferma in quella dell'androne. Così diventa inutile il nostro sforzo di scaglionare gli appuntamenti». Resta il fatto che la sede di Padova è estremamente scomoda da raggiungere e non solo per gli ultraottantenni. Non ci si può arrivare in auto e vicino non ci sono parcheggi. E sarà pur vero che le sale d'attesa sono due ma in una soltanto ci sono i tabelloni che indicano le visite in corso. Ovvio che tutti vogliano restare lì, già difficile com'è capire quando è il proprio turno. «Gli anziani si dipingono perfetti quando si tratta di rinnovare la patente - sottolinea la responsabile - mentre accampano mille problemi in altre situazioni, ecco perché la valutazione che compete alla commissione non tiene conto solo degli aspetti clinici ma anche della consapevolezza della malattia e della consapevolezza delle limitazioni in capo al soggetto, che spesso manca negli anziani. Pensano che siccome vanno in auto in chiesa o al massimo al cimitero allora la patente bisogna dargliela per forza. E spesso nascondono patologie che scopriamo incrociando i loro dati clinici». Proveranno anche a fare i furbi questi ultraottantenni che vogliono la patente a tutti i costi, ma un servizio che rientra appieno nei loro diritti dovrebbero poterlo avere garantito. E senza troppi disagi.

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