Leucemia fulminante, muore a 25 anni

PADOVA. Era all’alba della vita, con una laurea in tasca, tanti amici, una famiglia che lo adorava e un cassetto pieno di sogni e speranze. Ma all’improvviso un fulmine ha squarciato la sua esistenza e quella di chi gli stava accanto. Un mese. Solo un mese dalla diagnosi della malattia al sopraggiungere della morte. È avvenuto tutto in maniera repentina, troppo per un ragazzo di appena 25 anni. Tommaso Maria Navarro, residente alla Madonna Pellegrina, non ce l’ha fatta a sconfiggere una tra le più subdole patologie: la leucemia. Una malattia dalla diagnosi spesso infausta, dall’evoluzione talmente rapida da non riuscire a tenerla sotto controllo. I medici hanno fatto tutto ciò che si poteva, i genitori l’hanno assistito fino all’ultimo del suoi giorni ma alla fine si sono dovuti arrendere di fronte al crudele destino.
I primi sintomi della malattia si sono manifestati ad agosto, poco prima del suo venticinquesimo compleanno. Si sentiva fiacco, debole. Lui, sempre così forte e propositivo. Per il ragazzo da quel momento è iniziato un calvario. Sì, perché il quadro clinico si è rivelato da subito disperato.
Dentro e fuori dall’ospedale è stato sempre sostenuto dal calore della sua famiglia, di mamma, papà e dei suoi quattro fratelli. Dialoghi con i medici conditi ogni giorno di nuove speranze, finché le sue condizioni non si sono aggravate progressivamente.
Venerdì dopo un’estenuante lotta durata appena un mese il giovane si è dovuto arrendere alla malattia. Si è spento in un letto d’ospedale.
Tommaso Maria era figlio del professore universitario Giampaolo Navarro, docente presso la facoltà di Ingegneria di Padova, e di Beatrice, insegnante di una scuola secondaria cittadina.
Un giovane vivace, forte, nel fiore dei suoi anni. Si era appena laureato in Scienze Forestali e da poco aveva iniziato a lavorare in una ditta della provincia di Treviso. Stava passando un bel periodo, era contento di quello che la vita gli stava offrendo e delle prospettive che cominciavano a delinearsi. Dopo tanti anni di studi cominciava a vedere ripagati tutti gli sforzi: anni e anni sui libri senza sapere quale futuro professionale l’avrebbe atteso. Ora il cosiddetto futuro era arrivato e da studente si era trasformato in lavoratore.
Tommaso era anche un ragazzo pieno di interessi, come lo descrivono gli amici più cari. Amava il calcetto, il gioco degli scacchi e il disegno, disciplina in cui era anche molto bravo.
«Esuberante, libero e alle volte sfrontato. A tutti i costi sincero, con il suo modo di dire le cose in faccia». Lo ricorda così un amico. Le parole interrotte da un nodo in gola. «È rimasto con noi troppo poco tempo».
Ieri si è tenuto l’ultimo saluto a Tommaso Maria Navarro in una chiesa della Madonna Pellegrina gremita al massimo della sua capacità. A celebrare la funzione don Carlo Broccardo, sacerdote del seminario, pro direttore della Facoltà Teologica del Triveneto e amico della famiglia del venticinquenne.
Alle 15.30 tra la folla di amici e parenti ha fatto il suo ingresso la bara di legno chiaro cosparsa di girasoli a rappresentare la solarità, tratto distintivo del giovane. In prima fila, distrutta dal dolore, la famiglia; la mamma Beatrice il papà Giampaolo e i quattro fratelli: Marco, Stefano, Francesco e Davide. Ricordi e parole di commozione si sono susseguiti durante tutta la cerimonia finché il feretro di Tommaso non è uscito dalla chiesa accompagnato da un applauso scrosciante.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova