LIGABUE ACUSTICO Il «mostro» seduto solo con la sua chitarra

Luciano Ligabue l’altra sera all’opening al Teatro Dal Verme di Milano
Luciano Ligabue l’altra sera all’opening al Teatro Dal Verme di Milano
 
MILANO.
Da un anno chiude i suoi concerti invitando il pubblico a non arrendersi, a scommettere sul futuro, a pensare che - come recita il titolo di uno dei suoi ultimi successi -'il meglio deve ancora venire' ed è il primo a mettere in pratica ciò che dice. A non smettere di mettersi in gioco. Questa volta Ligabue lo fa in versione "quasi acustica", con un tour di 28 date - tutte esaurite in prevendita - nei teatri di 20 città. Il tour è partito ieri sera dagli Arcimboldi di Milano. Nel Veneto arriverà il 18 febbraio, al Gran Teatro Geox di Padova. E per non smentire la sua attitudine alla sfida - dai quattro palchi di Campovolo (2005) al tour in quattro parti del 2006, dai 7 palazzetti di fila del 2007 ai sette sold out all'Arena di Verona del 2008 - in città come Milano, Roma e Firenze ha scelto di esibirsi in ben tre teatri diversi per dare a ogni serata «un sapore davvero unico».  Una scelta che, dal punto di vista produttivo «è sicuramente balorda», come ha spiegato lo stesso artista sul suo Ligachannel, ma in linea con un personaggio come il Liga, che potrebbe riempire gli stadi (130 mila paganti a San Siro solo pochi mesi fa, nelle date più affollate del tour più visto del 2010, a sua volta legato all'album più venduto dell'anno) e invece ieri sera si è esibito per 2400 persone, e dopo il concerto ha caricato in macchina la compagna e la figlia, come un qualunque padre di famiglia, per tornarsene a casa, a Correggio, e per tornare di nuovo stasera a Milano, per i 1400 fans che lo aspettano al Dal Verme, e poi di nuovo domani, per i 1600 del Nazionale. Per mostrare loro anche dal vivo "tutte le facce del mostro", ossia la versione acustica dei brani dell'ultimo album «Arrivederci, mostro!», che su cd era uscita lo scorso 30 novembre in versione cofanetto, con album originale e dvd.  In questa versione "da seduti" dell'ultimo tour, l'unico che è rimasto davvero seduto per tutto il tempo è stato Ligabue, che ha diviso con la sua chitarra il centro della scena, volutamente essenziale e scarna, per lasciar convergere sulla musica tutta l'attenzione. Accolto da un boato da stadio, nella sua consueta tenuta "camicia a scacchi-jeans-stivali", il rocker è partito in tono quasi intimista, interpretando da solo "Metti in circolo il tuo amore", colonna sonora del suo Radiofreccia. Raggiunto sul palco prima da Luciano Luisi (piano e tastiere) e Mel Previte (chitarra e mandolino), e poi dal resto della band, ha saggiamente alternato brani vecchi e nuovi, pezzi dal tiro più rock e ballate da accendino ondeggiante, ma nonostante la versione meno fisicamente "urlata" e "pestata" non è riuscito a evitare che, sui brani più noti e tirati, da "Quando canterai la tua canzone" a "Balliamo sul mondo", da "Vivo morto o X" a "Urlando contro il cielo", il teatro si trasformasse in uno stadio, con tanto di tifo, cori, pubblico in piedi. Il Liga dopo "Buonanotte all'Italia" ha voluto chiudere il primo dei concerti del suo "tour teatri 2011" con l'invito a «pensare sempre, anche a costo di qualche delusione, che il meglio deve ancora venire».

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