Lincetto: «Ubriaca alla laurea, poco dignitoso»

PADOVA - «Oggi nel primo pomeriggio, mentre ero al tavolo di un bar, in piazza dei Frutti giunge uno dei tanti gruppi di ragazzi che in questi giorni festeggiano le lauree». Inizia così l’intervento di Paola Lincetto sulla sua pagina Facebook, che denuncia quanto visto in centro. «La neo-dottoressa è mezza nuda e con i capelli tutti impiastricciati, forse di tuorlo d’uovo. Dopo un po’ noto la giovane laureata stesa a terra, a fianco della fontanella: all’inizio penso che la situazione sia parte della goliardata, ma poi, insieme agli altri presenti, mi rendo conto che la ragazza sta male. La scena fa, a dir poco, stringere il cuore: questa giovane, in slip e reggiseno, tutta sporca, è riversa addosso alla fontanella, in mezzo alle pozzanghere, sotto un sole cocente. Intanto giungono anche due agenti della polizia municipale e un uomo sta chiamando il 118. Non posso non chiedermi come si possa festeggiare in un modo così poco dignitoso la propria laurea. E come tutti noi possiamo permettere che questo avvenga».
Ed ecco il post integrale di Paola Lincetto su Facebook:
«Oggi nel primo pomeriggio, mentre ero al tavolo di un bar, in piazza dei Frutti giunge uno dei tanti gruppi di ragazzi che in questi giorni festeggiano le lauree. La neo-dottoressa è mezza nuda e con i capelli tutti impiastricciati, forse di tuorlo d’uovo, ma non ci faccio molto caso e continuo a conversare con la mia amica. Dopo un po’ noto la giovane laureata stesa a terra, a fianco della fontanella: all’inizio penso che la situazione sia parte della goliardata, ma poi, insieme agli altri presenti, mi rendo conto che la ragazza sta male. La scena fa, a dir poco, stringere il cuore: questa giovane, in slip e reggiseno, tutta sporca, è riversa addosso alla fontanella, in mezzo alle pozzanghere, sotto un sole cocente. Intanto giungono anche due agenti della polizia municipale e un uomo sta chiamando il 118. Tutti si preoccupano delle condizioni di salute della ragazza, che non si muove, e viene chiesto a gran voce agli amici che almeno venga portata all’ombra. Con il passare dei minuti però, e in attesa dell’ambulanza, cresce anche l’indignazione di chi assiste alla scena: la gente chiede se la dottoressa fosse stata ubriaca, gli amici rispondono di sì, e si domandano come degli universitari possano arrivare a tanto, c’è chi scuote la testa e si dice incredulo. Un paio di amiche reagiscono rispondendo a due signori di farsi gli affari loro, che la ragazza è in buone mani e che c’è anche la mamma. Arriva finalmente l’ambulanza che la soccorre e la trasporta in ospedale insieme alla madre. Naturalmente, spero che tutto sia andato bene e che la ragazza si sia ripresa. Ma non posso non chiedermi come si possa festeggiare in un modo così poco dignitoso la propria laurea. E come tutti noi possiamo permettere che questo avvenga. In quei momenti mi sono venute in mente le rivendicazioni dei giovani sul loro diritto a stare in piazza a “farsi” di spritz fino a notte fonda e poco importa se lo fanno a scapito del loro benessere e del diritto al riposo degli altri. Qui non si tratta di fare i moralisti, qui stiamo perdendo di vista valori importanti: c’è qualcosa di profondamente marcio in questa società, se i nostri giovani migliori, la nostra futura classe dirigente, arriva a mettere a repentaglio la propria salute per festeggiare la propria laurea».
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