L’ITALIA SUL LETTINO / Il tradimento svela universi irrisolti

PADOVA. Il principio del tradimento è sempre lo stesso, l’incapacità di sottrarsi a un bisogno personale, una pulsione irreversibile, una concentrazione di universi irrisolti che sottraggono il traditore alle proprie promesse. Traditi e traditori sono una parte contigua tra illusione e dedizione, rigidità e flessibilità, il tradimento avviene sempre di fronte a una regola, a un progetto, a un accordo, vero o falso chi lo sancisce ci crede, per poi inequivocabilmente rompere con ogni parola o sentimento, dato e poi sottratto. Agosto e l’estate: i traditori si sono appagati nel loro universo fatto di disordini e desideri, che per tradire si devono ritenere legittimi, e traditi, quasi sempre ancorati ad arcaici meccanismi di fedeltà presunta, carichi di proiezioni fantasiose sul grande teatro dell’amore avuto o perduto. I traditori seriali sono quelle personalità che aspirano al legame, ma non lo sanno né praticare, né tenere, né mantenere, vivono convinzioni più ideali che reali, proiettati su se stessi dove l’altro non è che il tramite di un desiderio, di un incanto narcisistico che quando finisce si frantuma nel pensiero critico polverizzando anche la persona amata.
Il tradimento è un meccanismo che spinge chi soffre di questa difficoltà emotiva a rompere gli schemi, riportare il dualismo, caratteristico di un sentimento di coppia, all’egotismo dove la pulsione è personale e nient’altro. Il traditore occasionale è la rottura adolescenziale, una protesta alle regole di un amore rigidamente codificato che, se è stato rassicurante, nel tempo diventa alienante. Si può tradire l’amore di una vita, l’amore di un giorno, di un mese o di un anno, la ferita è la stessa, quella che si produce al tradito, colto e ancorato alla deriva di sentimenti inesatti. Ci sono anche i traditi seriali, quelli o quelle che vengono lasciati sempre, dopo un bacio, dopo anni, dopo un minuto o dopo una dichiarazione di un “per sempre”, illusioni infantili ma necessarie a chi non cerca una storia ma un universo frammentato. Universo di cui si nutrono sempre in un circolo vizioso traditi e traditori. C’è anche chi tradisce la lealtà, l’impegno preso, l’amicizia o la condivisione di un progetto.
Il tradimento è lì, dietro l’angolo dei comportamenti umani più visibili, individuabili e meno perdonabili. C’è la fiducia tradita, quella sull’amicizia è la più tragica perché inutile, fine a se stessa, prodotta dall’ingenuità dell’altro. Sono tradimenti che hanno a che fare con l’egoismo, con il prendersi meriti che non si hanno, condivisioni che si frantumano nel mondo della relazione e sono i più frequenti e meno tracciabili. C’è infine il tradimento degli ideali, della condivisione di progetti che riguardano il sociale, dell’amicizia tra popoli: l’Iraq e l’Occidente, l’Africa e le multinazionali, destra con destra, sinistra con sinistra, sono tradimenti più sottili quelli fatti all’umanità, quelli usati da demagoghi del potere e della politica, dove le ferite non vengono lasciate nell’oblio del dolore ma sono una condanna tremenda alla fiducia dell’uomo verso se stesso.
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