Lite al Pride Village in Fiera a Padova: omofobia o solo un diverbio? Scoppia un caso nazionale

La testimonianza di un ragazzo di 23 anni scatena le reazioni di Paola Concia, Franco Grillini e dell'Arcigay. L’organizzazione della rassegna: «Semplice lite tra due avventori, nulla di più. rovinare l'atmosfera di festa di una manifestazione che ha arricchito in modo determinante il panorama culturale dell'estate padovana»
CARRAI - INAUGURAZIONE PRIDE VILLAGE CARRAI - INAUGURAZIONE PRIDE VILLAGE
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PADOVA. Dice di essere stato circondato da un gruppo di ragazzi che l’hanno prima offeso pesantemente e poi picchiato. Racconta di una vile aggressione con tanto di pugno in faccia nell’unico posto in cui mai te lo aspetteresti: al Pride Village in Fiera, nell’ultima serata della rassegna durata due mesi. È bastata la testimonianza di un ragazzo veneziano di 23 anni, riportata da un giornale, per scatenare un caso nazionale, con esponenti politici e i vertici dell’Arcigay a condannare lo spettro dell’omofobia. Solo a sera un comunicato degli organizzatori del Pride Village sembra aver un po' calmato le acque.

Va detto che finora non sono state formalizzate denunce. E neppure un referto medico, nonostante il giovane sia passato al Pronto soccorso dell’ospedale di Mirano.

Ecco una selezione delle prese di posizione, partendo da quella degli organizzatori, che peraltro è giunta per ultima.

Il Padova Pride Village. «Dalle prime ricostruzioni effettuate la vicenda raccontata non sembra essere andata così come riportato, né può essere considerata un'aggressione omofoba. Si è trattato in realtà di una lite tra due avventori. Tant'è che allo stato attuale non risulta essere stata presentata alcuna denuncia alle forze dell'ordine, né allegato un referto medico.Quanto all'accusa rivolta al personale della sicurezza di non aver trattenuto entrambe le persone coinvolte nell'episodio, è bene precisare che in base al decreto ministeriale 6 ottobre 2009, il cosiddetto decreto buttafuori a firma dell'ex ministro Maroni, previsto dall'art. 3 della legge n. 94 del 15 luglio 2009, gli "addetti al controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo", non possono in alcun modo svolgere le funzioni previste dalle forze dell’ordine, tra le quali figura appunto quella di poter trattenere qualcuno contro la sua volontà. In ogni caso, qualsiasi episodio di violenza è bandito dal Padova Pride Village che ha tra i suoi valori l'accoglienza, la non-discriminazione e il rispetto dell'altro. Per questo l'impegno è massimo nel contrastare chi vuole rovinare l'atmosfera di festa di una manifestazione che ha arricchito in modo determinante il panorama culturale dell'estate padovana».

Paola Concia (Pd). «Dopo l’ennesima gravissima aggressione omofobica avvenuta a Padova, mi sembra che il nostro Paese si stia rassegnando tristemente ad assistere impotente a quella che è una vera e propria deriva di violenza». Lo dichiara Anna Paola Concia, deputata del Partito democratico, che aggiunge: «Io non voglio arrendermi e continuerò a ripeterlo all’infinito: serve una legge contro l’omofobia e la transfobia. Il resto sono solo chiacchiere».

Tiziana Agostini, assessore a Venezia. «Si ritiene necessario stigmatizzare l’atto violento e discriminatorio compiuto non solo ai danni del giovane in quanto omosessuale, ma nei confronti di tutta la comunità», sostiene Tiziana Agostini, del Pd, assessore comunale alle Attività culturali di Venezia. «È intollerabile che ci sia ancor oggi spazio per la violenza verso chi, a torto, è considerato diverso. Come amministratori non possiamo far finta di non vedere. Ogni persona ha il diritto di costruire il proprio percorso di realizzazione personale e di vivere la propria vita al meglio, senza essere discriminato o aggredito per motivi religiosi, sessuali, etnici. Venezia fa parte della Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e grazie a quest’impegno nazionale e locale sta costruendo da anni percorsi educativi nelle scuole, affinchè atti come quello di sabato, non si ripetano più».

Franco Grillini (Idv). «L’aggressione al Pride Village di Padova nei confronti di un omosessuale di 23 anni da parte di un gruppo di delinquenti omofobi - afferma Franco Grillini, responsabile per i diritti civili e l'associazionismo dell'Italia dei valori - dimostra che la violenza alle persone Lgbt in Italia rappresenta una vera e propria emergenza. Infatti, basta consultare il dossier sull’omofobia per rendersene conto. È bene ribadire che contro queste aggressioni rischiamo di essere impotenti sia perché manca una legge adeguata contro l’omofobia sul modello degli altri paesi europei, sia perché l’ufficio centrale della presidenza del consiglio, cioè l’Unar, è stato di fatto smantellato con la spending review alla quale l’Italia dei Valori aveva espresso una fiera opposizione».

Paolo Patanè (Arcigay). «Occorre una strategia - dice Paolo Patantè, presidente nazionale dell'Arcigay - che definisca e valorizzi il più possibile gli strumenti di contrasto e prevenzione, capaci di agire sia sul dato culturale che sul fatto di reato. Arcigay esprime sdegno per il perdurante silenzio di tanta parte della politica di fronte all’estendersi di fenomeni omo e transfobici che paiono ulteriormente acuirsi in questa fase di crisi economica e chiede all’Oscad (Osservatorio contro le discriminazioni delle Forze dell’ordine) di intervenire nella vicenda e di rendersi promotore di un piano d’azione nel contrasto ai fenomeni di omo/trans fobia a prosecuzione di un formidabile lavoro svolto in questi due anni insieme all’Ufficio nazionale contro le discriminazioni (Unar), oggi gravemente ridimensionato».

Argomenti:diritti civili

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