Lo sgomento di Mirko: «I miei due fratelli in un lago di sangue»

Omicidio-suicidio di via Faggin a Padova, li ha trovati lui in un mare di sangue. I vicini: «Da giorni la luce del bagno era sempre accesa»
BASCHIERI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA- OMICIDIO SUICIDIO ARCELLA
BASCHIERI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA- OMICIDIO SUICIDIO ARCELLA

PADOVA. Dicono che appena ha varcato la porta di casa, la sua casa, quella in cui è cresciuto, abbia quasi accusato un mancamento di fronte a tutto quel sangue. Mirko Rigon, 54 anni, fratello di Piermatteo e Donatella, è entrato insieme ai poliziotti delle volanti.

«Mio fratello e mia sorella in un lago di sangue», ha detto agli agenti prima lasciare la scena del delitto. Era preoccupato Mirko. Aveva quasi chiuso i rapporti con entrambi ma la segnalazione dei vicini l’aveva comunque scosso.

Il sopralluogo. Non era normale che i due non si vedessero in quartiere da giorni, come non era normale che la luce al piano superiore fosse sempre accesa e gli scuri aperti. Prima di recarsi in via Faggin Mirko ha telefonato a Gigi il falegname, chiedendogli se avesse notizie di loro. Una volta giunto davanti alla villetta c’erano già le forze dell’ordine ad aspettarlo, perché bisognava aprire la porta chiusa dall’interno. Il lucchetto legato all’ingesso della villetta, sul cancello di ferro, Donatella e Piermatteo lo chiudevano solo durante la notte.

I vicini di casa. «Da un po’ di giorni ho notato che il lucchetto era sempre chiuso», dice un vicino di casa. «Ci ho fatto caso perché so che di giorno lo tengono aperto, ma chi poteva mai pensare a una disgrazia del genere. Solo adesso ho fatto il collegamento». Anche l’utilitaria grigia dei due fratelli era da qualche giorno parcheggiata davanti a casa, sempre nello stesso punto. «Ci siamo accorti anche di questo, ma abbiamo semplicemente pensato che in questi giorni probabilmente non l’avevano usata».

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Il quartiere. Santissima Trinità è un rione del quartiere Arcella in cui tutti si conoscono, nonostante il melting pot che negli ultimi decenni ha cambiato radicalmente questa zona della città. Pier e Donatella, molti dalle parti di via Faggin, li avevano visti crescere. Dunque è davvero palpabile lo sgomento creato dai lampeggianti delle volanti e dal nastro bianco e rosso a cingere il cancello d’ingresso. Ora tutti a chiedersi se ci fossero delle avvisaglie, delle anomalie, se fosse cambiato qualcosa nel rapporto simbiotico tra questi due fratelli che dalla casa natale non se n’erano mai andati.

«Non abbiamo sentito una litigata forte, o un rumore brusco, o delle urla provenire dalla villetta. Non più del solito, insomma», dicono. «Solo un vicino di casa si è accorto della luce di una finestra laterale, probabilmente quella del bagno, che da tempo rimaneva accesa giorno e notte. È lui che si è insospettito e che ha chiamato il fratello Mirko». —

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