L’oasi del Bacchiglione è la nuova terra dei gruccioni

Se ne sono andati con l’ultimo temporale della prima decade di settembre verso habitat più temperato dell’Africa nord-occidentale, da dov’erano arrivati in primavera, ma mai come quest’anno l’oasi del Bacchiglione tra Selvazzano e Saccolongo, comunemente chiamata dai residenti mojazzo, è stata invasa dai gruccioni. Uccelli migratori dalla singolare bellezza del piumaggio, alla pari di quella del martin pescatore, che attira l’attenzione dei fotografi e fotoamatori che rimangono incantati dai colori. Nell’oasi lungo il canale i gruccioni solitamente arrivano dall’Africa per nidificare verso la metà di aprile e se ne vanno tra settembre e ottobre. Quest’anno però sono arrivati in numero decisamente maggiore rispetto agli anni passati. E il fenomeno non è sfuggito a chi da sempre ammira questi volatili.

IL CLIMA
Se qualche estate fa per fotografarli bisognava appostarsi per ore e ore, ultimamente se ne vedono intere colonie e per i fotografi naturalisti, che impazziscono per la bellezza di questo volatile, è manna che arriva dal cielo. «Indubbiamente su questo fenomeno incidono in maniera determinante i cambiamenti climatici», spiega Roberto Beria, un fotoamatore di Selvazzano che per andarli ad immortalare con la sua fotocamera Nikon si alza presto il mattino e percorre in barca a remi un tratto del fiume. «L’aumento della temperatura di qualche grado ne ha fatto arrivare molti di più. Il mojazzo è un luogo ideale per nidificare perché dalla parte della pista ciclabile che arriva da Vicenza è protetto da un boschetto e dall’altra dal canale. Della nutrita presenza del gruccione di quest’estate lungo il Bacchiglione siamo rimasti tutti positivamente sorpresi. Speriamo che il fenomeno si ripeta anche nei prossimi anni».

ALTRI SITI
Pare, però, che il mojazzo di Selvazzano non sia più sufficiente a soddisfare il bisogno di cibo di questa specie di uccelli migratori protetta. I gruccioni sono particolarmente ghiotti di insetti (mosche, farfalle, libellule, cicale e perfino api e vespe) che, data la loro abilità, preferiscono cacciare in aria e mai quando sono posati. Non disdegnano cibarsi, se necessario, anche di piccoli pesci che catturano nelle pozze di acqua stagnante che si trovano ai margini del canale. La necessità di cibo quest’anno gli ha spinti a cercare altri habitat, ad esempio nelle vicine zone umide dei Colli Euganei. Sono stati visti, infatti, nella zona dei laghetti delle Frassanelle tra Montemerlo e Rovolon, dove nasce il canale Rialto, e negli stagni del Biotopo del Parco Colli di San Daniele, in comune di Torreglia. Siti di pregio naturalistico risparmiati almeno finora dall’inquinamento e quindi ritenuti dai gruccioni idonei per costruire i loro nidi dove deporre le uova e trovare cibo sufficiente.
LA CURIOSITÀ
I gruccioni sono volatili molto belli ma anche galanti. Si dice, infatti, che durante il corteggiamento siano soliti offrire in dono alle femmine gli insetti che catturano, a dimostrazione della loro abilità nella caccia delle prede in aria. Un segno di galanteria, come se non bastasse la bellezza e il fascino del loro piumaggio. —
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