Logistica, sott’accusa «Via le cooperative Assunzioni dirette»

Pochi mesi fa, dopo una dura lotta, la Filt-Cgil è riuscita a far assumere al corriere espresso Artoni ben 70 persone (che prima erano soci- lavoratori di una cooperativa interna all'azienda), come dipendenti diretti della stessa.
Una vittoria sindacale su tutti i fronti perché oggi questi lavoratori della logistica hanno ora maggiori diritti di prima e non sono più alla mercè di “capi” di coop dal futuro spesso incerto.
«A questo punto il modello Artoni va esteso a tutte le aziende, che si trovano in area Zip e che, sempre più spesso, si servono di cooperative solo per risparmiare sulla fiscalità e sulla previdenza in generale», ha detto ieri mattina il segretario della Filt Romeo Barutta, in una conferenza-stampa che si è tenuta davanti alla Bartolini. Accanto a lui il segretario generale Christian Ferrari, le delegate Shehu Valbona (albanese), Corina Tucu (rumena) e Mercedes De La Cruz (dominicana) e altri delegati, tra cui uno della Ceva.
«Anche e specialmente a Padova lo spirito nobile della cooperazione è stato tradito da personaggi, che dovrebbero essere inseriti in una black list», ha detto ancora Barutta, «Una lista che dovrebbe essere inviata sia in Prefettura sia alla Procura della Repubblica. Non a caso la Cgil si è costituita parte civile nel processo contro la cricca della logistica, in corso a Forlì». E ancora: «Le inchieste su Mose, Expo, Gesconet, dimostrano che dietro il volto di molte coop si nascondono il malaffare e lo sfruttamento dei lavoratori più deboli e meno tutelati. Prima che la situazioni diventi cancerogena, anche la Legacoop, la Confcooperativa e l'Agci devono scendere in campo e devono denunciare alla magistratura tutte le coop spurie».
Attualmente, in zona interporto, i lavoratori-soci inquadrati in coop della logistica (500 iscritte alla Camera di Commercio di Padova) sono circa 2 mila. Di questi il 90% sono immigrati, tra cui tanti rumeni, moldavi, nigeriani, magrebini, bengalesi, pachistani ed indiani. Circa 1.200 sono facchini, mentre 800 autisti. I primi guadagnano 1.300 euro al mese, mentre gli autisti, quasi tutti stranieri, appena 1.000 euro.
Solo la Bartolini occupa 200 facchini divisi in due società e 150 autisti assunti da 20 cooperative. Nelle coop c’è spesso una vera e propria giungla in cui l’evasione fiscale e lo sfruttamento dei lavoratori, anche da parte di immigrati verso i loro connazionali, sono all'ordine del giorno. «Non ci fermeremo», ha aggiunto Ferrari. «Siamo davanti ad un sistema corrotto e marcio, che va eliminato al più presto. Le nostre segreterie nazionali lo hanno già comunicato al Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che, tra l'altro, è anche presidente nazionale di Legacoop».
Felice Paduano
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