Lorenzoni e il “patto” Tagliavini

L’avvocato è considerato un intoccabile: farà il presidente del consiglio comunale
C’è un ruolo che in questi giorni di frenetiche trattative per la formazione della giunta è stato considerato da tutti “intoccabile”. È la presidenza del consiglio comunale assegnata all’avvocato Giovanni Tagliavini, che tra l’altro non risulta neppure tra gli eletti ma sarà il primo a subentrare quando Francesca Benciolini sarà nominata assessore.


Una casella, qulla di Tagliavini presidente, che sta nel patto tra Giordani e Lorenzoni fin dall’inizio. Quando all’atto dell’apparentamento tra il primo e il secondo turno, si decise la divisione 5 assessori per i “giordaniani”, mentre per i “lorenzoniani” 4 assessori più il presidente del consiglio comunale. Una casella che è sempre stata assegnata a Tagliavini, pur ruotando tutte le altre.


L’avvocato, 52 anni il prossimo 21 luglio, sarà il perno dei rapporti tra il docente del Bo (vicesindaco in pectore) e alcuni mondi professionali e imprenditoriali della città. Associato dal 2001, è partner dello studio Cortellazzo e Soatto, di cui è socia Anna Soatto, moglie di Lorenzoni.


Nello studio si occupa di assistenza e consulenza legale, giudiziale e stragiudiziale, prevalentemente nell’ambito della contrattualistica d’impresa, del diritto societario e concorsuale, del diritto del lavoro. Dunque è un esperto di
governance
societarie, di operazioni immobiliari e procedure di
insolvency
. Tagliavini ha anche un esperienza universitaria visto che per alcuni anni è stato “cultore della materia” nel dipartimento di Diritto privato di Scienze politiche al Bo. In più è componente del comitato di redazione della rivista “Il Fallimentarista”.


Un peso importante che incombe su Palazzo Moroni quello dello studio Cortellazzo e Soatto, il network di avvocati e commercialisti tra i più importanti di Padova, che ha gestito molte delicate “partite” cittadine: come la cessione del Calcio Padova da Marcello Cestaro a Diego Penocchio nel 2014, il testamento Conte con l’eredità di 30 milioni finita a Luciano Cadore (un caso seguito proprio da Giovanni Tagliavini), il caso dei “cimiteri privati” dell’imprenditore Oscar Rossi osteggiati dalla giunta Bitonci.


Lo studio è stato anche tra i soci della Delta Erre spa, società fiduciaria, di organizzazione aziendale di trust e di revisioni per oltre 400 professionisti associati in tutto il NordEstDelta (poi comprata da Spafid-Mediobanca a dicembre 2016).


«Credo in un’amministrazione di qualità, orientata alla soluzione dei problemi con competenza», il programma elettorale di Tagliavini.
(c.mal.)


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