Lotta ai pescatori abusivi nel fossato delle mura di Cittadella

CITTADELLA. Pescatori abusivi sulle rive del fossato che circonda le mura di Cittadella. Il Comune pone un “niet” per impedire che le carpe vengano rubate e commercializzate, ma soprattutto per la loro preziosissima funzione “pulitrice” delle acque. La decisione è del sindaco Giuseppe Pan: «Da qualche tempo si è diffusa l'abitudine di pescare nel fossato di guardia», dice il primo cittadino. «Un fenomeno che si è notevolmente incrementato nell’ultimo periodo a causa dell’attuale crisi economica e finanziaria che spinge la gente a ricercare forme di sostentamento alimentare anche attraverso la fauna ittica che vive a ridosso delle mura». Il primo cittadino ha quindi firmato un’ordinanza che vieta la pesca nelle acque del fossato: «I pescatori abusivi facciano attenzione quindi», continua Pan. «Sono previste sanzioni amministrative di 100 euro, con l'obbligo di sgombero e rimozione immediata delle strutture adibite all'attività di pesca».
Un divieto tutto nuovo: «Nessuno finora aveva cercato di pescare le carpe», precisa Pan, «utilizzando anche metodi poco ortodossi, finendo così per ferire gli animali che abitano le nostre acque da oltre 30 anni». Pan ricorda bene quando, insieme ad altri cittadellesi, aveva liberato i pesci d'acqua dolce nel fossato: «È stato un giorno di festa. Le carpe si cibano di organismi animali, come insetti o lombrichi, ma anche di sostanze vegetali che trova sul fondo, ad esempio le alghe verdi. Durante la ricerca del cibo smuovono molto materiale intorbidendo l'acqua e facendo salire a galla bollicine di gas formatesi nel fondale. Uno spettacolo a cui ormai i cittadellesi sono abituati. In molti si posizionano sulla passerella dell'ospedale per osservare questi grossi pesci – alcuni arrivano a sfiorare i 40 chili – muoversi insieme». La loro scomparsa «creerebbe molti disagi: di fatto sono loro ad impedire che le alghe crescano, invadendo le acque».
All'origine dell'ordinanza, ricorda il sindaco Pan, si deve tenere conto «anche della qualità dell'acqua, che non avendo apertura d'uscita presenta, in particolar modo nelle stagioni estive, larghe e diffuse zone di abbassamento del livello di falda a effetto stagnazione e imputridimento e conseguente impoverimento del benessere e della salute dei pesci tale da sconsigliarne un utilizzo sul piano della loro commestibilità».
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