Mafia, tre aziende nei guai

La Direzione Investigativa di Padova ha notificato ieri a tre ditte padovane i provvedimenti di confisca riferiti a un’operazione della Dia di Catania. Il decreto riguarda beni per 7 milioni di euro e l’indagine è stata condotta nei confronti di Giuseppe Faro, 58 anni, imprenditore operante nei settori dell’edilizia e del movimento terra, ritenuto vicino al clan La Rocca, affiliato alla famiglia Santapaola di Catania. Il coinvolgimento delle ditte padovane - che non risultano né indagate, né sequestrate - è quello di aver lavorato in passato in associazioni temporanee d’impresa o comunque in società, con altre riconducibili a Giuseppe Faro o a sua moglie Maria Tomaselli per eseguire lavori edili. Le tre aziende alle quali è stato notificato il provvedimento che riguarda i soci sono la Sep snc di Franchin Stefano e Rostellato Lucio di Selvazzano, la Favaretti srl di Padova e la EdilCrivellin di Albignasego. La confisca ha riguardato ditte terze e solo per la quota riconducibile alla famiglia Faro. Questo significa che le ditte padovane possono continuare a lavorare; il coinvolgimento nell’indagine è dovuto appunto al fatto di aver lavorato o portato a termine delle commesse, con altre società in odore di mafia. L’indagine riguarda anche altre ditte padovane già finite nei guai precedentemente.
Edil Guizza srl. Di questa ditta, che ha la sede legale in via Guizza 91 a Padova è stato disposto in passato il sequestro del 100% delle quote; il capitale sociale è diviso tra la moglie di Giuseppe Faro e il figlio.
Lavori Ducezio scarl. Si tratta di una azienda con sede a Palagonia (Catania) della quale è stato sequestrato il 36,20% riconducibile a Faro ed è stata esclusa la restante quota sociale riconducibile a Favaretti srl (31,7) e Sep snc (32,10).
3MG immobiliare. La sede legale di questa srl è ad Albignasego. Il sequestro della Dia si limita al 25 per cento di Maria Tomaselli, mentre è esclusa la Edil Crivellin che detiene il 25 per cento; escluse le altre quote detenute da Maurizio Piovanello e Doriano Tognon.
Edil Adriatica srl. Si tratta di una società che ha sede a Cona nel Veneziano: è stata sequestrata solo la parte riconducibile alla Tomaselli, mentre sono state escluse le quote di EdilCrivellin (40 per cento) e Andrea Avezzù (20 per cento).
Teolo Residence srl. La sede legale dell’azienda si trova ad Albignasego e la quota sequestrata è del 49,5 per cento.
Ma chi è Giuseppe Faro che faceva affari nel Padovano e lavorava assieme alle ditte venete? L’uomo ha una condanna per una serie di rapine ai danni di autotrasportatori ed è stato coinvolto nell’operazione di polizia denominata “Calatino”, condotta dalla Dia di Catania nel 2000 nei confronti del clan operante nel territorio di Caltagirone storicamente capeggiato dal boss Francesco La Rocca. Sulla base delle risultanze investigative Faro è stato condannato a tre anni di reclusione per estorsione in concorso con l’aggravante del metodo mafioso. Durante una intercettazione ambientale disposta nell’ambito dell’operazione di polizia denominata Iblis viene indicato quale persona sulla quale il boss Vincenzo Aiello, all’epoca rappresentante provinciale di Cosa Nostra, poteva contare per l’illecita aggiudicazione di gare di appalto. Con il provvedimento di ieri Faro è stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale per due anni. Indagini di natura economico-finanziaria e patrimoniale sulla sua capacità di reddito tra il 1992 ed il 2011 hanno permesso di accertare forti profili sperequativi tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Dalle indagini della Dia è emerso inoltre come Faro dopo l’arresto del 2001, abbia preferito eclissarsi delegando a moglie e figli il compito di incrementare il patrimonio di famiglia.
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